Fauglia (Pisa), 8 giugno 2018 - Un gruppo di richiedenti asilo provenienti dal Corno d’Africa (Eritrea, Etiopia, Gibuti e Somalia) ha protestato ieri a Fauglia occupando la strada dove si trova il centro di accoglienza dove sono ospitati. Quindici dei venti giovani stranieri si sono seduti sull’asfalto tra via Le Pantane e via Sorbo contro la decisione della cooperativa che ne gestisce l’accoglienza di trasformare i soldi che venivano loro concessi ogni giorno in buoni pasto da spendere in un supermercato del paese. I richiedenti asilo pretendevano di poter continuare a ricevere le somme in denaro che venivano loro concesse quotidianamente ma che, secondo quanto riferito, spendevano per comprarsi alcolici. Così, la cooperativa ha deciso di cambiare metodo di concessione delle somme. Non più i soldi ma i buoni pasto da spendere solo per comprare cibo e non alcolici.
I quindici africani non ne volevano sapere di cessare la protesta e di togliersi dalla strada. Così i responsabili del centro di accoglienza hanno avvertito i carabinieri della compagnia di Pontedera che sono intervenuti in ausilio ai colleghi della stazione di Fauglia. Sono bastati pochi minuti ai militari dell’Arma per far rientrare la protesta e convincere i profughi a scendere a patti e a più miti consigli. Una mezzoretta e tutto è rientrato nella normalità, con la strada del paese che è potuta così tornare libera e a disposizione di chi doveva transitarvi e non poteva per colpa dei migranti seduti in mezzo alla via. I carabinieri hanno messo in atto un’opera di convincimento molto blanda, che è stata sufficiente a convincere i quindici giovani del Corno d’Africa a cessare la protesta. Giovani che, alla fine, si sono dimostrati collaborativi e hanno capito che stavano sbagliando.
Non è la prima volta che in zona i migranti mettono in atto una protesta. Lo scorso anno due richiedenti asilo ospiti al Brichotel di Ponsacco avevano addirittura sequestrato un operatore dell’accoglienza colpevole, secondo loro, della mancata concessione del documento di riconoscimento da parte del Comune. I due, è notizia recente, sono stati espulsi dal territorio nazionale e non avranno lo status di asilo politico.
gabriele nuti