REDAZIONE PONTEDERA

Quando i detenuti fanno i contadini Nasce l’"Olivocultura sociale"

Il progetto è rivolto a soggetti svantaggiati e punta alla formazione di personale qualificato

Imparare a potare gli olivi e a partecipare alla raccolta delle olive, ma anche a curare i vigneti e a dare il proprio contributo alla vendemmia. Il primo step del progetto ’Olivocultura Sociale’, promosso da Confagricoltura Toscana e presentato a Volterra, è rivolto a dodici persone (disabili, detenuti, ex tossicodipendenti) selezionate dalla cooperativa La Torre e da altre cooperative sociali che si occupano di disabilità, dal Serd della Asl, e dall’amministrazione carceraria di Volterra, che in due anni seguiranno corsi di formazione tecnico-pratica per essere poi inserite in due aziende agricole del Comune di Peccioli: la Banti Ruffo e la Fattoria di Monti.

Il progetto coinvolge anche l’associazione di produttori Olivicoli Toscani Apot (capofila del progetto) e la Fondazione Crv. "Auspichiamo che questo sia solo un primo step di un progetto in cui crediamo. Questa iniziativa ha un interesse sociale perché il primo obiettivo è quello di dare degli strumenti a persone svantaggiate per aiutarli a raggiungere una propria autonomia - spiega il presidente di Confagricoltura Toscana Marco Neri - Pensiamo che questa sia un’opportunità per le aziende agricole alla continua ricerca di manodopera. E’ importante p poter contare su personale qualificato che possa essere inserito in azienda".