REDAZIONE PONTEDERA

Rapina violenta, una scarcerazione

Rinviato l’incidente probatorio dell’indagata che collabora: "Ho ansia a parlare dei fatti davanti a loro"

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di Carlo Baroni

Dei tre indagati per la rapina violenta ai danni di un’anziana uno è stato scarcerato. L’ha disposto nelle settimane scorso il tribunale del Riesame: l’uomo ha dimostrato che quel giorno si trovava a Pola, anche se risulterebbe – è emerso – un suo ingresso in Italia che lui, avrebbe sostenuto, essere stato rapido e lontanissimo da Pontedera. Davanti alla prova della sua collocazione in Croazia – pur restando formalmente indagato – i giudici hanno disposto la revoca della misura cautelare. Si tratta di Muhamed Ljatifi, 32 anni, assititodall’avvocato Marco Meoli. Restano sotto misura Alija Zuka, 32 anni (difeso dagli avvocati Marco Meoli e Alberto Marchesi) e Adnan Zuka 21 anni (assitito dall’avvocato Meoli). Gli inquirenti erano arrivati ai tre soggetti approfondendo il legame tra i presunti rapinatori e una persona che era a conoscenza dello stile di vita dell’anziana e, finita a sua volta, dentro l’indagine.

E ieri doveva essere celebrato l’incidente probatorio con al centro le porole di quella persona, una donna, inizialmente ritenuta basista e le cui dichiarazioni rese alla polizia giudiziaria costituiscono però un tassello imporante del lavoro dei carabinieri di Pontedera. Quelle dichiarazioni la procura ha chiesto che siano "cristallizzate" nelle forme dell’incidente probatorio. Che avrebbe dovuto celebrarsi ieri, appunto, alla presenza anche degli stessi indagati. Ma l’audizione è stata rinviata al prossimo ottobre in quanto la donna – indagata nel procedimento connesso e assistita dall’avvocato Rita Luisa Sacheli – ha chiesto di poter effettuare l’udienza, in forma "protetta", sentendo il peso della presenza ravvicinata dei tre uomini, che conosce da tempo, e che gli inquirenti accusano di essere gli autori materiali della rapina. I loro occhi, il trovarseli a due passi, avrebbe messo la donna – la cui posizione, a seconda dell’esito, potrebbe essere archiviata – in uno stato d’ansia tale da non riuscrire a rispondere alle domande. Così il pm Sisto Restuccia, ha chiesto che venga fissata un’udienza in cui "schermata", ma sempre nella stessa aula, possa sentirsi a suo agio. Il giudice Pietro Murano ha accolto la richiesta e fissato una nuova data per il mese di ottobre. L’arresto degli indagati venne effettuato nel giugno scorso dopo quattro mesi di approfondimenti e riscontri. Secondo la ricostruzione degli inquirenti i banditi si introdussero nella villetta dell’anziana, dove la donna viveva da sola, la sorpresero alle spalle, la legarono con una sciarpa e la schiaffeggiarono ripetutamente per farsi consegnare le chiavi della cassaforte.

Nonostante le botte la donna riuscì a non consegnare quelle chiavi: i banditi fuggirono con un’orologio, alcuni monili in oro

ed una borsa di valore. Lei, di nuovo sola in casa, riuscì a liberarsi, dette l’allarme, chiamò i f gli ed arrivarono i carabinieri. Poi dallo spavento ebbe uno scompenso cardiaco – venne ricoverata nel reparto di terapia intensiva dell’ospedale di Cisanello – dal quale, con tante sofferenze, è riuscita a riprendersi. Tutti e tre gli indagati, quando furono sentiti davanti al gip, negarono ogni responsabilità e dissero che si trovavano altrove durante la rapina violenta. C’è chi disse, appunto, che si trovava in Croazia, chi in un albergo a Ponsacco e chi a cena fuori.