REDAZIONE PONTEDERA

"Nasce qui la regolite per studiare la Luna"

Dal laboratorio di Enrico Dini raggiunge centri di ricerca in tutta Europa. Decolla il progetto per salvare i pesci nella baia di Hong Kong

L’ingegner Enrico Dini nel suo laboratorio vicino ad un manufatto stampato in 3D

Pontedera (Pisa), 4 gennaio 2022 -  Mentre il suo laboratorio produce e vende "sabbia lunare" per scopi di ricerca, e mentre continua a lavorare per la corsa alla colonizzazione della Luna costruendovi case stampate in 3D, l’ingegnere Enrico Dini ha vinto il primo premio del Global Design Awards di Hong Kong insieme al suo partner nel progetto, Mario Nuzzolese. Il progetto è quello della realizzazione nella baia di Hong Kong - la cui prima fase sperimentale ha dato risultati importanti – di barriere coralline che favoriscano il ripopolamento ittico e salvino una grande risorsa del mare come le ostriche.  

«Case per i pesci" con tutte le caratteristiche per ricreare gli habitat della fauna marina. E Dini, di fondali, se ne intende: negli anni ha realizzato nuove barriere per Golfo di Bahrein, nel Principato di Monaco, o per la riserva del Larvotto, utilizzando il suo robot, D-Shape, la stampante che usa una miscela di sabbia e manganese come inchiostro. La prima fase è consistita nel deposito di 50 moduli per il ripopolamento ittico, e di 50 moduli per l’allevamento delle ostriche. Non sono, stavolta, blocchi stampati, ma sono comunque ad alto contenuto tecnologico. Si tratta di moduli in calcestruzzo ecologico frutto di un lungo studio abbinato ad un tecnica della fondazioni molto innovativa per il restauro marittimo e costiero. "Un riconoscimento molto importante perché prelude ad una estensione del metodo che ho inventato per evitare l’affondamento di questi moduli per il ripopolamento ittico – spiega Dini –. Il progetto ora ha la possibilità di essere esteso da 800 metri quadrati a 4500 ettari. Un successo davvero eccezionale".  

Ma quando si parla di Dini, si parla anche di corsa alla Luna, appunto. La Luna, infatti, è un obiettivo che l’ingegnere visionario di Pontedera insegue da anni portando avanti progetti importanti, come la Scuola Sant’Anna di Pisa, e partecipando a bandi dell’Agenzia spaziale europea. "Il progetto di cui mi sto occupando adesso – spiega Dini – riguarda la microfusione della regolite per una migliore ottimizzazione della stampa di oggetti in 3D sul suolo lunare. Su questo tema c’è attenzione in tutta Europa e c’è tanta ricerca in corso. La regolite, lo sappiamo, è la risorsa lunare più importante con la quale costruire, o da cui estrarre metalli". Nelle vicinanze del lago di Bolsena, Dini, ormai anni fa, trovò una polvere di roccia che adeguatamente trattata diventa regolite per il 98% simile all’originale tanto che "è stata approvata dall’Agenzia Spaziale Europea – spiega l’ingegnere – ed è una delle regoliti simulate migliori al mondo".  

Grazie a questo lavoro Dini ha potuto realizzare un modello di quella che potrà essere la prima edificazione sulla Luna, oltre che esempi di mattone lunare: uno di questi è ora al museo del futuro di Dubai, mentre un altro è in mostra a Shanghai. Ma non solo: l’obiettivo è quello di ampliare la produzione di regolite per scopi di ricerca che da Pontedera arriva in mezza Europa. "Recentemente – conclude Dini – ne abbiamo venduti 50 chilogrammi a Bruxelles e un’altra partita, invece, è andata in un laboratorio di fisica nucleare a Ginevra". Anche queste sono tappe della grande avventura verso il sogno – probabilmente più vicino di quanto possiamo pensare – di costruzione del primo villaggio sul più importante satellite della Terra.  

Carlo Baroni