Roffia ritrova il suo campanile restaurato. Rintocchi tra arte e ricordo

Il campanile della chiesa di Roffia restaurato dopo la Seconda guerra mondiale. La comunità celebra la rinascita con la benedizione e la memoria dei tragici eventi del passato.

Roffia ritrova il suo campanile restaurato. Rintocchi tra arte e ricordo

Padre Albino De Giorgi, parroco di Roffia, domani benedirà il campanile restaurato mentre suoneranno le campane e tutti i presenti

ROFFIA

Il campanile della chiesa di Roffia è stato restaurato e da domani risuoneranno le campane. La struttura, che fu distrutta durante la Seconda guerra mondiale, ora aveva bisogno di un intervento per "garantire la conservazione e l’integrità dei mattoni a facciavista e bonificare le infiltrazioni di acqua". I lavori sono stati finanziati interamente dalla parrocchia di Roffia. "Vogliamo ringraziare – dichiara il parroco padre Albino De Giobbi – in modo particolare il vescovo di San Miniato monsignor Giovanni Paccosi, che dal suo insediamento si è occupato personalmente della buona riuscita della pratica di finanziamento". Alle 16 di domani suoneranno le campane e padre Albino benedirà il campanile restaurato e tutti i partecipanti. "Per la nostra comunità è un lavoro importante che ci impegna molto economicamente ma siamo una comunità viva, unita – aggiunge ancora padre Albino – Quella di domani sarà un una giornata di festa e ricorderemo tanti compaesani che sono passati da questo paese". Il passaggio della guerra nell’estate del 1944, con gli eserciti contrapposti per quaranta giorni sulle rispettive sponde del fiume a ridosso del paese, portarono morte e distruzione. "Una pagina che, a ottanta anni di distanza merita di essere ricordata perché la memoria, come scriveva Mahler, ’non è culto delle ceneri ma custodia del fuoco’ – si legge in una nota dei Festaioli di Roffia – Sarà soprattutto una serata di restituzione alla comunità di Roffia e ai suoi abitanti di ieri e di oggi perché il tempo della ricostruzione del paese, e anche del campanile, è un momento fondante identitario da trasmettere di generazione in generazione. Verranno riletti i passi del diario di don Lionello Benvenuti, con la testimonianza di Beppe Chelli, nipote del priore che frequentava a Roffia, le parole di Michele Fischi, l’opera dei pittori Ucai San Miniato e l’installazione di Carlo Calvetti ’Mettete fiori nei vostri cannoni’".