REDAZIONE PONTEDERA

Rsa abusiva, villa a 1500 euro al mese

I carabinieri del Nas hanno sequestrato documenti nella struttura che ospitava sette anziani non autosufficienti

La villa trasformata in casa di riposo era stata presa in affitto da due anziane di Livorno che dall’estate hanno sborsato 1.500 euro al mese alla proprietà della residenza nella campagna di Cenaia. Le due donne – rispettivamente di 92 e 83 anni, senza alcun legame di parentela tra loro – da poche settimane avevano anche terminato le pratiche e ottenuto la residenza nel comune di Crespina Lorenzana.

Come sia successo che nella residenza sanitaria abusiva di via La Leccia, insieme alle due affittuarie, siano arrivati ad abitare altri cinque anzini (quattro donne e uomo), tutti tra gli 80 e i 90 anni, di cui una coppia marito e moglie, non è ancora chiaro. I carabinieri del Nucleo antisofisticazioni e sanità di Livorno, guidati dal tenente colonnello Michele Cataneo, come primo intervento hanno pensato a mettere in sicurezza i sette anziani ospiti della struttura "risultata priva dei requisiti minimi igienico-sanitari, organizzativi e strutturali" e che "ospitava, con un inadeguato livello di assistenza, anziani non autosufficienti". I militari del Nas, intervenuti insieme ai carabinieri della compagnia di Pontedera e della stazione di Cenaia e all’Asl Toscana nord ovest, hanno infatti riscontrato la presenza di operatori privi di qualifica professionale e carenze nella somministrazione dei farmaci. Gli ospiti, come scritto ieri, dopo essere stati sottoposti a tampone Covid, risultato negativo, sono stati trasferiti in sei diverse residenze sanitarie assistenziali delle province di Pisa e Livorno. La settima, una donna, è stata ripresa in carico dai familiari.

Non ci sono indagati, almeno per ora. Le uniche che potrebbero finire nei guai, al momento, sono le affittuarie di 92 e 83 anni. Ma pare poco plausibile che due donne non autosufficienti siano le artefici di una organizzazione sinceramente più grande di loro. L’impressione è che le due – magari anche in maniera consensiente – siano state usate per la presa in carico dell’affitto della villa, con tanto di residenza nel Comune di Crespina Lorenzana per dare ancor meno nell’occhio, per poi aprire le porte della grande residenza di campagna ad altri anziani. La sostituto procuratore Lydia Pagnini ha aperto un’inchiesta, al momento a carico di ignoti. La Procura, secondo quanto si apprende, vuol far luce sulla villa di Cenaia perché partendo proprio dalla campagna alle pendici delle Colline Pisane, potrebbe scoperchiare un’organizzazione che proprio in questo momento di maggiore difficoltà a reperire letti e strutture per gli anziani potrebbe aver annusato questa sorta di business abusivo.

Non è neppure da escludere che i sette anziani, prima del trasferimento a Cenaia (che risale alla fine della scorsa estate) vivessero sempre insieme in un’altra struttura abusiva, in qualche condominio o più vicina a centri abitati e che la campagna del comune di Crespina Lorenzana fosse stata scelta nel tentativo di isolare la struttura per non farla scoprire. Ma è stata l’Asl, con il 118, ad annussare l’irregolarità dopo il soccorso ad alcuni ospiti.

I carabinieri del Nas hanno sequestrato molti documenti. Tra questi potrebbero esserci anche riferimenti a rette e accordi tra i familiari degli anziani ospiti e chi gestiva la struttura. Al momento del blitz dei militari del Nucleo antisofisticazione e sanità di Livorno con le sei donne e l’unico uomo non autosufficienti c’era una sola operatrice, una sorta di badante. E’ andata bene che in quella struttura non sia entrato il virus del Covid, altrimenti saremmo qui a fare un’altra cronaca.

gabriele nuti