L’avvocato Alessandra Furnari, che con il collega Ivan Albo, assiste la famiglia Scieri, non ha dubbi: "Riteniamo che ci siano spazi sufficienti per impugnare la sentenza di assoluzione di Andrea Antico per Cassazione; infatti stiamo lavorando alla richiesta alla Procura generale presso la corte d’appello di Firenze perché proceda in tal senso". Andrea Antico è uno dei tre ex caporali – e l’unico ad essere stato assolto sia in primo che in secondo grado (con rito abbreviato) – finito a processo con l’accusa di aver ucciso Emanuele Scieri, la recluta siracusana trovata cadavere tre giorni dopo il decesso all’interno della caserma Gamerra di Pisa il 16 agosto del 1999. Un giallo in piedi da un quarto di secolo. Gli altri due accusati del delitto sono stati condannati in primo grado: Alessandro Panella (difeso dall’avvocato Andrea Cariello) alla pena di 26 anni di reclusione e Luigi Zabara (assistito dagli avvocati Andrea Di Giuliomaria e Maria Teresa Schettini) a 18 anni. Per loro il processo d’appello inizierà la prossima settimana. Segnatamente martedì a Firenze.
Nel corso del processo d’appello il sostituto procuratore generale Luigi Bocciolini aveva chiesto la condanna di Antico a 26 anni di carcere che, per effetto del rito, sarebbero diventati 17 anni e 4 mesi. La Procura generale aveva sostenuto in pieno il teorema accusatorio degli inquirenti contro i tre "nonni". Un copione, appunto, che aveva trovato un primo riscontro nei giudici pisani.
Secondo l’accusa, gli "anziani" si trovarono davanti ad una reazione inaspettata di Emanuele Scieri che scatenò "un delirio di onnipotenza" dei nonni quella notte. E secondo i giudici che hanno condannato Panella e Zabara, con loro, c’era anche Antico, che peròdivise subito il suo percorso processuale scegliendo il processo allo stato degli atti. Antico – difeso con determinazione dagli avvocati Alberto e Fiorenzo Alessi – si è sempre proclamato innocente. Una sentenza - quella con cui la corte fiorentina nei mesi scorsi ha assolto Antico – che, secondo gli avvocati Alessi ribadisce un concetto importante perchè "afferma che non deve essere l’imputato a fornire la prova della sua innocenza – avevano spiegato i legali –, ma la pubblica accusa quella della sua colpevolezza". E non c’è la prova certa che Antico fosse in caserma quella sera. Il processo martedì a carico di Panella e Zabara si aprirà con il giuramento dei giudici popolari e con il disbrigo di tutte le questioni preliminari.
Carlo Baroni