REDAZIONE PONTEDERA

Scuola In classe con la poesia di De Andrè

Torna il progetto dell’associazione Viviteatro Aps e Arci Rinascita per far conoscere i testi dei cantautori italiani alle nuove generazioni

Scuola In classe con la poesia di De Andrè

PONSACCO

Far conoscere la poesia dei testi dei cantautori italiani alle nuove generazioni. Dopo il lavoro dello scorso anno svolto su Francesco Guccini quest’anno sarà la volta di un gigante della musica e della poesia italiana, Fabrizio De Andrè. Si tratta del progetto proposto dalle associazioni ViviTeatro Aps e Arci Rinascita Ponsacco e che è rivolto agli studenti della scuola media.

"Lo scopo principale – spiegano Maria Triggiano e Denis Salvadori, dell’associazione ViviTeatro – è quello di far conoscere alle giovani generazioni uno dei cantautori italiani tra i più importanti, influenti e innovativi della storia della musica. Basti pensare che molte delle sue canzoni sono state accolte da antologie scolastiche già dai primi anni settanta". In queste settimane ha preso il via la prima parte del progetto che riguarda l’ascolto delle canzoni per capire, interpretare e tradurre il messaggio dell’autore. Poi ci sarà la scelte artistica dei ragazzi (musicale, teatrale, di produzione letteraria, multimediale) per rappresentare la poetica delle canzoni. Infine ci sarà la restituzione finale del progetto, ovvero uno spettacolo dal titolo “… e allora non chiamatemi Faber“, che si terrà il 26 maggio al teatro Odeon di Ponsacco alle 21,15. "Riteniamo che questo progetto costituisca un’opportunità di arricchimento per i nostri ragazzi, che potranno conoscere da vicino uno dei cantautori più significativi del panorama musicale, le cui canzoni sono veri e propri manifesti poetici e culturali – commentano la sindaca uscente Francesca Brogi e l’assessora alla cultura e all’istruzione Stefania Macchi – un progetto che si sposa perfettamente con una scuola, come la nostra, a indirizzo musicale".

Considerato uno dei più importanti, influenti e innovativi cantautori italiani, è conosciuto anche con l’appellativo di Faber dato dall’amico Paolo Villaggio, con riferimento alla sua predilezione per i pastelli e le matite della Faber-Castell, oltre che per l’assonanza con il suo nome. Un omaggio al cantautore degli emarginati o il poeta degli sconfitti a 25 anni dalla sua morte.