SANTA CROCE
Dodici i colpi che la Procura di Pisa contesta a vario titolo, a 12 soggetti, tutti italiani tranne uno di nazionalità albanese. Furti di pellame nelle concerie del Comprensorio del Cuoio, in particolare a Santa croce, con vittime aziende che avrebbero subito danni ingenti. In un caso il bottino avrebbe fruttato ai malviventi anche 250mila euro. Ma ci sono anche colpi da 100mila o 45mila euro. Ogni volta era un carico di migliaia di pezzi sui pancali di pelli. Oltre agli episodi furto aggravato – all’esito delle indagini dei carabinieri – sono contestati anche sette episodi di ricettazione: sarebbero quelli che riguardano i furgoni di provenienza illecita sui quali poi sarebbe stata trasportata la merce. I fatti per i quali ieri era fissata la prima udienza sono datati 2013 e il processo si terrà davanti il giudice Paola Giovannelli. La prossima udienza è fissata per il mese di febbraio quanto si aprirà il dibattimento con le prime richieste delle parti e, probabilmente, anche con l’audizione dei primi testimoni del pubblico ministero. In campo uno stuolo di avvocati tra i quali Sergio Martelli del foro di Pisa, Antonio Bertei del foto di Prato e Nicola Giribaldi del foto di Livorno. La vicenda al centro del processo è per certi versi analoga a quella della serie di furti di pelli e ricettazione, per fatti avvenuti nel 2016 e per la quale, sempre in tribunale a Pisa, sono da tempo arrivate le condanne.
Carlo Baroni