CARLO BARONI
Cronaca

Morì per shock anafilattico al ristorante, i genitori: "Andavamo lì da molti anni"

Entra nel vivo il processo a Pisa chiamato a fare chiarezza sul decesso della giovane Chiara morta a Colleoli nel 2018

La giovane Chiara Ribechini

Palaia, 25 marzo 2022 - È entrata nel vivo ieri l’istruttoria del processo chiamato a fare chiarezza sulla morte di Chiara Ribechini, la 24enne di Navacchio deceduta il 15 luglio 2018 per shock anafilattico dopo aver mangiato pane al latte di cui era allergica fin dalla nascita. Il fatto successe nell’agriturismo di Colleoli, sulle colline di Palaia, dove la giovane era cliente abituale. I primi due testimoni sentiti in aula sono stati il padre e la madre di Chiara (assistiti dall’avvocato Francesca Zuccoli), persone offese nel procedimento, e che non erano presenti nel ristorante la sera in cui si consumò il dramma. Ma la loro testimonianza ha permesso all’istruttoria di acquisire tutto il percorso della malattia di Chiara ed hanno precisato "che tutta la famiglia andava in quel ristorante da molti anni e che nel locale conoscevano bene l’allergia della figlia".

A giudizio con ipotesi di reato l’omicidio colposo ci sono la legale rappresentante dell’agriturismo Rita Astinenti di San Miniato e le due cuoche Giovannina Montesano, 50 anni, di Montopoli e Antonia Coppola, 59 anni, di Santa Maria a Monte. I difensori sono Alberto Marchesi, Anna Francini e Rosa Rubino. Le indagini sono state coordinate dal pm Dominijanni che dispose anche una perizia affidata a Patrizia Restani, docente di chimica alimentare: questa indicò nella quantità di latte contenuta nel pane la causa del decesso. I valori riscontrati su latte e uova, per i crostini mangiati prima dei pasti, e su altri alimenti, sarebbero stati così elevati da giustificare l’inefficacia della puntura di adrenalina che la 24enne si era somministrata nell’estremo tentativo di superare la crisi. Il processo è chiamato a fare piena luce sulla preparazione dei cibi, quella sera, e su eventuali penali responsabilità nelle condotte dei soggetti finiti a processo.

Si torna in aula il prossimo giovedì per sentire, tra gi altri, altri il fidanzato di Chiara e gli amici che erano con lei quella sera. Saranno sentiti alcuni dipendenti del ristorante. Nel processo ci sono ancora parti civili costituite i nonni della vittima (avvocato Fabrizio Bianchi). Chiara era una ragazza molto amata e conosciuta, e nel ricordo del suo grande amore per la vita è nata da tempo un’associazione molto attiva che si chiama "Chiara Ribechini – Con l’allergia si può". Pm d’udienza Vincenzo Molinaro. Una realtà che ha tra gli scopi quello di aiutare, con ricerca e sensibilizzazione, le persone con allergie a condurre il più possibile una vita normale, come aveva fatto Chiara.