Pontedera, 16 maggio 2022 - Questa mattina, alle 10.30, davanti al consultorio familiare di Pontedera si è svolto un presidio di numerose associazioni che hanno protestato contro la decisione dell'AUSL Toscana Nord Ovest di nominare una ginecologa obiettrice di coscienza come responsabile dell'Unità consultoriale della Valdera.
"Lo sconcerto è ancora più grande se consideriamo che il presidio ospedaliero di Pontedera è stato, nel 2005, il primo in Italia ad introdurre l'aborto farmacologico facendo della Valdera, e dell'ospedale Felice Lotti, un centro pioniere nell'utilizzo della RU486", si legge in una nota del Coordinamento Regionale 194, che da diversi anni chiede alla Regione Toscana impegnarsi con più risolutezza sulla gestione dell'obiezione di coscienza.
"Una questione - dichiara il Coordinamento - certificata anche dall'ultimo rapporto dell'Agenzia Regionale di Sanità, secondo cui la percentuale regionale di personale obiettore, per quanto inferiore al dato nazionale, risulta essere comunque molto significativa. Anche in Toscana, in particolare proprio all'interno dell'azienda sanitaria Nord Ovest, ci sono strutture in cui l'obiezione di coscienza risulta così elevata, come nei casi di Massa, Pisa e Versilia, da creare un disservizio che costringe le donne a peregrinare da un luogo all'altro per vedersi garantiti diritto all'aborto e tutela alla salute".
Tra gli enti e le associazioni che hanno partecipato al sit-in, tra gli altri, ci sono Libere Tutte, Associazione Luca Coscioni, Medicina Democratica, Cobas, Cub Sanità, FLC CGIL Università di Firenze, Potere al Popolo, Rifondazione Comunista, Sinistra Italiana, Non una di meno e Aduc, che sottolinea: "Questa Ausl è stata in passato pioniera del miglior metodo per l'interruzione di gravidanza, la pillola RU486, ma evidentemente i tempi cambiano e il vento antiabortista che arriva dagli Usa lambisce anche l'Arno."
"Le Ausl hanno forse scelto dei medici No-vax per coordinare la campagna di vaccinazione? - continua Aduc - No. Questi medici fanno altro che non ha a che fare coi vaccini. Perché non è così per l'aborto?".
La richiesta delle associazioni è dunque quella di un intervento urgente dell'assessorato regionale alla Salute. "In caso di stallo, procederemo con una denuncia penale", conclude l'Aduc.