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Questa volta è toccato ad un gruppo di maremmani
Pisa, 21 febbraio 2025 – Siamo alle solite, questa volta è un branco di maremmani ad essere stato avvistato e per due del gruppo è stata attivata la procedura per l’ingresso in canile. "Il canile – denuncia però l’associazione Gavol Onlus – non è il refugium peccatorum o una discarica dove ammassare cani rifiutati, mal gestiti, in sovrannumero, incapaci a svolgere un’attività o malati".
I maremmani in questione sono stati trovati senza chip di registrazione all’anagrafe canina, il che non rende possibile rintracciare il proprietario, e questo per "la leggerezza e l’ostinato menefreghismo dimostrato da chi dovrebbe controllare certe situazioni a rischio", secondo l’associazione. Al centro resta sempre la tutela dell’animale e in quest’ottica la proposta dell’associazione è di "partire con il controllo del chip da parte delle autorità competenti presso le categorie che utilizzano certi cani per determinate attività, oltretutto ben tracciabili perché implicano altri tipi di permessi burocratici".
Gavol riepiloga anche gli step da fare per cambiare rotta: "Verificare lo stato di salute dei cani, la registrazione all’anagrafe canina con relativo chip e magari incentivarne la sterilizzazione per la gestione consapevole delle nascite". Questo permetterebbe di partire dal controllo dei cani nelle aziende agricole e casearie e a questo seguirebbero altre azioni, "come guardare chi si è già organizzato per la gestione dei cani da guardiania, perché anche avere a volte l’umiltà di rivolgersi a chi ne sa di più è segno di intelligenza e volontà di operare nel modo migliore".