Un giallo mai risolto. Un femminicidio dell’Italia appena uscita dalla guerra e rimasto impunito. Siamo a Toiano, un grumo di case. Elvira, figlia di contadini, lavorava come cameriera nella villa di signori svizzeri, ma era promessa a Ugo, giovane veterano di guerra. Il pomeriggio del 5 giugno del 1947, giorno del Corpus Domini, scomparve dopo aver detto che sarebbe andata a prendere l’acqua alla fonte. Duecento metri la separavano dalla sorgente dove la famiglia si approvvigionava, ma Elvira non tornò. Eppure la futura sposa più bella di Toiano, era proprio lì, a due passi dal burrone chiamato Botro della Lupa: aveva la gola tagliata da un orecchio all’altro. Il mistero divise l’Italia. Chi fu mostro del Botro della Lupa? Dopo due anni di processo il promesso sposo – accusato del delitto – venne assolto. Il vero colpevole della selva non fu mai trovato, resterà un fantasma. "Quest’anno l’8 marzo è stato dedicato a Elvira Orlandini – dice la sindaca Marrica Guerrini –. Costruire una società più consapevole e più giusta è un dovere di tutti e tutte, a partire dalla nostra comunità". La celebrazione di questa giornata per Palaia culminerà martedì. Alle 21.15 al Teatro Don Vegni andrà in scena "La Ragazza dello Swing", una storia d’amore, di sofferenza e tenerezza, un monologo al femminile contaminato da tanta musica di altissima qualità.
Siamo alla fine del secolo scorso. Rosa ha 78 anni. È malata, non respira bene, ma ha voluto rivedere i luoghi della sua gioventù. Da quando la guerra la costrinse ad emigrare, nel 1944, Rosa ha vissuto ogni suo giorno con il dolce ricordo di un bacio, e un martellante rimorso che ci racconterà. In questa storia i ricordi di Rosa si dipanano tra la miseria della povera gente, la guerra e la musica swing ascoltata clandestinamente alla radio. Lo spettacolo, vincitore di numerosi premi e riconoscimenti, è di Hystrio Teatro, diretto da Fabrizio Meini e interpretato da Stefania Pugi e Leonardo Barbafiera al sax. Un messa in scena dedicata a tutti: a tutte le bambine, donne e ragazze, e a tutti gli uomini, ragazzi e bambini del territorio. E naturalmente a Elvira, la Bella Elvira, la cui fine violenta è ricordata da un cippo sulla via Toiano. Davanti al quale c’è sempre un fiore fresco.
C. B.