Fauglia, 15 maggio 2019 - Ora c'è una prima condanna per i presunti maltrattamenti al centro adolescenti e giovani adulti di Fauglia della Fondazione Stella Maris. Ed è quella del direttore generale dell’ente, Roberto Cutajar, finito a giudizio per omessa vigilanza e l’assunzione di personale non adeguatamente formato. Così il giudice per l’ udienza preliminare del tribunale di Pisa Giulo Cesare Cipolletta, sciogliendo la riserva all’esito della discussione della posizione con rito abbreviato, ha condannato Cutajar (difeso con determinazione dall’avvocato Giulia Padovani) – un profesionista di fama nazionale nel settore – a 2 anni e 8 mesi di reclusione (il pm aveva chiesto una pena di tre anni). Un pronunciamento che, secondo l’associazione dei genitori, Agosm (costituita in giudizio con l’avvocato Annalisa Cecchetti) ha riconosciuto, oltre che la ricostruzione della Procura, anche quella delle parti civili, secondo i quali «i maltrattamenti ai danni degli ospiti erano abituali al punto che non potevano non essere conosciuti a livelli più alti». Nella stessa udienza il giudice, che ha depositato anche le motivazioni delle sentenza, ha applicato (con il rito del patteggiamento della pena) ad uno degli operatori coinvolti nell’inchiesta la pena di un anno e 8 mesi di reclusione. Per tutti gli altri coinvolti a vario titolo nella vicenda, in accoglimento delle richieste della pubblica accusa (il pm Fabio Pelosi) ha disposto il rinvio a giudizio con prima udienza il prossimo 12 luglio davanti il giudice del tribunale di Pisa Eugenia Mirani. L’indagine sulla struttura di Montalto della Stella Maris scattò nel 2016 in seguito alla denuncia di una coppia di genitori di un paziente. Da qui la decisione degli inquirenti di installare le microspie nella residenza. Le osservazioni, secondo la Procura, avrebbero documentato una particolare asprezza nelle condotte degli operatori tanto da configurarsi l’ipotesi di maltrattamenti. A processo andranno dunque: il direttore sanitario della Stella Maris Giuseppe De Vito (gli viene contestata’omessa vigilanza e l’assunzione di personale non adeguatamente formato), Ugo Caroti di Fauglia; Giulio Fignani di Castellina Marittima; Marco Guerrazzi di Ponsacco; Matteo Parenti di Cascina; Svetlana Parfeniuc di Capannoli; Stefano Pasqualetti di Terricciola; Gabriele Lucchesi di Collesalvetti; Cinzia Vivaldi di Pisa; Maura Testi di Ponsacco; Nicoletta Casalini di Castellina Marittima; Rita Danesi di Livorno; Rinaldo Quintavalle di Cascina; Paola Salvadori di Capannoli, che era responsabile di Montalto; Patrizia Masoni di San Giuliano Terme. Il giudice ha disposto anche il pagamento di una provvisionale di 3mila euro per ciascuna delle parti civili costituite in giudizio (i familiari delle vittime e le associazioni Agosm, Telefono Viola e Anmic) rimandando poi alla sede civile la quantifificazione dei danni.
CronacaMaltrattamenti ai disabili, prima condanna e un patteggiamento