L’entrata in vigore, lunedì scorso 16 ottobre, della direttiva europea sul divieto di utilizzo delle microplastiche in tutti i settori, anche quello dell’erba artificiale, ha generato molta confusione e anche un comprensibile panico. Innanzitutto sul lato umano, decisamente prioritario, ma anche su quello economico. Da alcune informazioni, poi rivelatesi non corrette, era infatti emerso l’obbligo in tutta Europa di dismettere entro il 2030 tutti i terreni in erba sintetica in quanto responsabili del rilascio delle microplastiche, dannose per la salute. In questo caso degli atleti, nel corpo dei quali alcuni studi effettuati avevano trovato tracce. Detto che le microplastiche sono ormai presenti in ogni angolo del pianeta, compresa l’aria, nella nostra comunità l’uscita di questa direttiva ha fatto drizzare i capelli in testa a molti, dalle società sportive all’amministrazione comunale, visto che di terreni sintetici nella sola Pontedera ce ne sono, si stima, qualche decina. A cominciare da quello più importante: lo stadio Mannucci dove gioca le sue partite casalinghe la squadra di calcio granata. L’argomento, che a livello economico avrebbe avuto una ricaduta devastante – solo nel calcio sui 13.249 impianti censiti, 2.954, ossia il 22%, ha il manto in erba sintetica – ha reso necessario un approfondimento, che ha ridimensionato l’impatto mediatico. Ad essere bandito, infatti, non è il classico "filo d’erba", bensì i granuli in gomma che costituiscono il cosiddetto "intaso prestazionale" e che non può più essere composto da derivati di gomme esauste (ad esempio gli pneumatici) eo prodotti di sintesi elastomerici. Ma cos’è un "intaso prestazionale"? Ce lo ha spiegato Roberto Nusca, amministratore delegato di Sofisport e Ital Project, al quale il Pontedera si è affidato sia nel 2012 (all’epoca la sua azienda si chiamava Limonta) sia nel 2020 per l’installazione prima e il rifacimento poi del manto sintetico del Mannucci: "L’intaso prestazionale è il granulato elastomerico che viene inserito all’interno del pelo in erba artificiale. Quello è stato messo al bando, e non il filo d’erba, che ormai è in polietilene, né il supporto del filo, anch’esso in polietilene o polipropilene. E la soluzione c’è già: basta utilizzare nell’erba artificiale gli intasi prestazionali di origine naturale vegetale". Un’operazione che Nusca effettua già da anni (chi è nel settore conosceva queste problematiche già da tempo, ndr) e che fa dormire sonni tranquilli al comune, proprietario dell’impianto, e al club granata.
"Lo stadio di Pontedera – rassicura Nusca - è perfettamente in linea con la norma, perché a suo tempo società e amministrazione hanno fatto una scelta lungimirante, volta al rispetto della salute dell’atleta, anticipando così l’uscita della norma stessa. Quindi il terreno di gioco non sarà rifatto e lo stesso vale per quello dell’ Oltrera, anch’esso a norma. In entrambi infatti l’intaso prestazionale era già stato realizzato con granuli di origine naturale vegetale".