Pontedera, 28 aprile 2018 - Chissà cos’è scattato nelle mente del ragazzo quando ha deciso di portare a scuola una pistola giocattolo. Forse sapeva già come usarla. Forse lui per primo ha sottovalutato cosa sarebbe potuto accadere se l’avesse estratta nel modo e nel momento sbagliato. Non immaginava che la sequenza di bullismo che ha messo in atto potesse costargli una querela, la sospensione e alla fine rischiare un processo. Ed è quello che sarebbe successo secondo le notizie in nostro possesso: a Pontedera uno studente avrebbe puntato la pistola alla fronte del professore, urlandogli davanti a tutti «alza le mani» costringendolo ad abbassare la testa.
Con quell’oggetto di plastica che nei momenti di terrore può sembrare un vero revolver – e forse è andata davvero così – l’alunno, anche se per pochi secondi prende il sopravvento, vendica l’onta di essere stato richiamato con decisione davanti a tutti, e la sua stizza diventa coraggio. Un atto di bullismo, quello avvenuto in una scuola superiore della città, che va oltre le grida e le offese. L’unica colpa del docente sarebbe stata quella, appunto, di aver richiamato il ragazzo forse un po’ energicamente perché stava alimentando un clima di confusione già in atto.
Invece lui estrae la pistola e vuole vederlo con la testa bassa. Solo dopo – forse avvertendo l’effetto che aveva avuto il suo gesto – nei minuti successivi lo studente 17enne si è giustificato dicendo che stava scherzando e che quell’arma era un giocattolo, poi visionato dagli stessi compagni che, da quanto si apprende, se lo sarebbero passato.
A quel punto le cose si sarebbero calmate. Ma la storia non è ancora finita. Ancora scosso e spaventato, l’insegnante dopo aver capito che l’arma era un giocattolo ha chiesto la collaborazione di una collega. Così il giovane entra di nuovo in azione, e quando capisce che la professoressa sta andando dal dirigente della scuola – rischiandolo di metterlo in un mare di guai – la riempie di insulti, le corre dietro e cerca di impedirle di entrare nell’ufficio, frapponendosi tra la docente e la porta. Tutto questo è successo nel gennaio scorso: da allora il ragazzo, indagato per violenza privata continuata, minaccia e ingiuria, è sospeso.
Sui fatti procede la Procura presso il tribunale dei minori – indaga la polizia – e per il ragazzo, assistito dall’avvocato Tiziana Mannocci di Pisa, potrebbe arrivare presto un rinvio a giudizio. Probabilmente all’esito di un interrogatorio davanti il magistrato. Sulla vicenda, delicata e complessa che sarebbe avvenuta all’Ipsia Pacinotti, c’è il massimo riserbo, visto che coinvolge un minore. Così come sui dettagli è d’obbligo il condizionale. Anche se, purtroppo, non è cosa nuova nel Paese ad imitare quello i video più in voga in rete propongono: sedie che volano, grida furiose e autoeccitate, calci, pugni. E se il professore redarguisce lo studente le urla sono per lui. Succede in Italia. Non è immune Pontedera.
Carlo Baroni