Sulla collina c’è il telefono del vento: "Pensieri e parole con chi non c’è più"

Una cabina telefonica e un apparecchio senza fili: dal Giappone a Capannoli, un luogo di spiritualità e pace

Sulla collina c’è il telefono del vento: "Pensieri e parole con chi non c’è più"

Sulla collina c’è il telefono del vento: "Pensieri e parole con chi non c’è più"

Quel che affidiamo al vento sono le parole rimaste orfane di risposta in un dialogo interrotto bruscamente dal destino. Sono le cose non dette. I pensieri, i progetti, le speranze e le emozioni. Sembra uscito dalla penna di Laura Imai Messina il luogo che da ieri a Santo Pietro Belvedere è accessibile a tutti. Sulla collinetta appena sotto il punto panoramico della frazione di Capannoli, è nata una cabina del vento, un telefono senza fili ma collegato alle energie della natura. Un oggetto nato in Giappone, dopo la tragedia dello tsunami, per mettersi contatto con i propri cari defunti."Oggi 21 dicembre (ieri per chi legge, ndr) – ha detto l’ideatore Marco Vanni – inauguriamo la cabina, nel giorno del solstizio d’inverno quando la luce vince ancora una volta sulle tenebre. Nella mia vita ho sempre fatto il fotografo, sono curioso per natura. Ho scoperto questa iniziativa nata in Giappone, ho letto il libro e ne sono rimasto affascinato. Così ho pensato a come poterlo portare qui. Si possono affidare le proprie parole al vento, certi che qualcuno in qualche parte del mondo possa riceverle". Dal parcheggio del cimitero di Santo Pietro si procede a piedi lungo un breve percorso in salita. Dopo pochi minuti si inizia a vedere la cabina appoggiata sulla cima del poggio quasi come un tempio antico.

Il terreno è di proprietà dell’azienda agricola Tegolaia. "Il telefono è orientato da est verso ovest e guarda l’alba – raccontano Matteo Arcenni e Matteo Bagnoli entrambi soci dell’azienda – ed è un collegamento naturale ai due punti panoramici già presenti a Santo Pietro e a Capannoli. Abbiamo sposato da subito l’idea di Marco Vanni perché questo è uno spazio libero, che gode di una vista a 360 gradi sulla Valdera e oltre. Un luogo adatta alla riflessione e alla meditazione". La prima ad affidare al vento la propria voce è stata Brigida, arrivata da Prato spinta dalla necessità di urlare le parole rimaste in sospeso da troppo tempo. "Ho letto la notizia su internet – racconta – così mi sono messa in contatto con Marco Vanni e ho deciso di partecipare qui oggi. Per me la data del 21 dicembre non è un giorno come gli altri". Comincia oggi un progetto che punta a costruire una rete dei telefoni del vento che già esistono in qualche parte d’Italia e poi, in primavera, sarà sviluppato un calendario di eventi e appuntamenti intimi da svolgersi all’alba o al tramonto. Una sorta di momento di meditazione o di condivisione delle emozioni collettivo. "Sono orgogliosa e contenta – ha concluso la sindaca Arianna Cecchini – che sia stato scelto questo luogo al centro della Valdera. Qui ci si può fermare per godere di un paesaggio incontaminato ed essere circondati solamente dal rumore del vento".

Sarah Esposito