ILENIA PISTOLESI
Cronaca

"Sull’assunzione al consultorio solo polemiche montate ad arte"

Aborto, Donatella Isca, volontaria dell’associazione “Aiuto alla vita“ replica alla manifestazione "Sono sconvolta nel sentire di primato pontederese per la pillola di interruzione della gravidanza"

di Ilenia Pistolesi

Contiunano a soffiare forti venti di polemiche dopo la nomina di una ginecologa obiettrice di coscienza come responsabile dell’unità funzionale consultoriale della Valdera. Da un lato, un gruppo di associazioni come Aduc, il coordinamento per la 194 che ha additato la scelta come "un enorme passo indietro" imbastendo lo scorso lunedì una protesta di fronte al consultorio della Valdera. Dall’altra parte, la Asl che ha rivendicato la scelta caduta sulla ginecologa parlando di "una valutazione fatta su titoli e colloquio". Ed ecco inserirsi nella miccia innescata nei giorni scorsi una volontaria del centro pontederese “Aiuto alla vita“.

"Intanto una precisazione – dice Donatella Isca – parlo a nome mio e non dell’associazione. Sono sconvolta per quanto accaduto e per la manifestazione choc che si è tenuta nei giorni scorsi. Sono polemiche montate ad arte, fuorvianti rispetto alla verità e che danno una versione parziale e non oggettiva dei fatti". Isca entra nel merito: "Si parla di primato pontederese per la pillola abortiva. Ma di cosa stiamo parlando? – sono le parole di Isca, che è anche referente per la Toscana di Pro Vita e Famiglia Onlus – siamo nel pieno di un inverno demografico denunciato anche dall’Istat e il saldo fra nuovi nati e decessi è negativo. L’aborto, e quindi l’esaltazione della morte, è una scelta scellerata. Dopo il concepimento, il bambino vive già e non è un ammasso di cellule. Lo dimostrano fior di studi scientifici, come sono dimostrati i danni fisici e psicologici che riporta una donna dopo un aborto. Si parla di diritto alla salute riproduttiva e si tacciono gli effetti sulla psiche e sul corpo della donna. Abortire non è estirpare un’escrescenza del corpo e uno tra i tanti studi, svolto su donne che avevano abortito volontariamente 8 settimane prima, ha rilevato che il 44% presentava disturbi mentali, il 36% disturbi del sonno, il 31% si era pentita e l’11% si era fatta prescrivere psicofarmaci".

"Questi dati non devono stupire - prosegue Isca - perché sopprimere una vita fa male anche a chi compie questa azione che adesso è diventata un diritto. Posso affermare che chiunque abbia un minimo di onestà intellettuale può giungere alle mie conclusioni, perché sono fatti oggettivi e documentati. Trovo sbagliato continuare a porre la questione aborto in maniera ideologica: sarebbe una scelta migliore aiutare le donne ad avere bambini cominciando da una corretta informazione sulla sessualità e sul suo valore per terminare con aiuti concreti materiali e psicologici alle donne che spesso sono lasciate sole e finiscono per fare male a se stesse e al loro bambino".