CARLO BARONI
Cronaca

Tartufo, 4.000 euro per una pepita. Ottima qualità ma poco prodotto

Aperta la mostra-mercato internazionale di San Miniato: il diamante della tavola ha sofferto la troppa acqua. Prezzi più alti rispetto all’anno scorso: siamo sui 2800-3000 euro per i più piccoli. Bene lo Scorzone con il 60% in più

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Mostra-mercato internazionale del tartufo bianco a San Miniato

San Miniato (Pisa), 17 novembre 2024 – Il sole degli ultimi giorni è stato un toccasana, ma per ora è riuscito solo a dare una lieve inversione di tendenza. Tant’è che i tartufi sono pochi. E i prezzi alti. Più dello scorso anno: siamo a 2800-3mila euro per i pezzi piccoli, e si passano i 4mila per le pepite più belle, che arrivano con il contagocce e non hanno pezzature speciali. La qualità, invece, è ottima.

E’ questo il quadro economico con cui ieri ha preso il via la mostra mercato nazionale del tartufo di San Miniato che andrà avanti per tre fine settimana consecutivi fino al primo dicembre. Qual è stato il problema dell’annata 2024?

C’è stata la troppa acqua che ha inzuppato i terreni influendo sulla crescita dei tartufi. E solo l’ultimo sole ha iniziato quel lavoro di asciugatura che ha favorito la raccolta e migliorato la qualità del prodotto.

Il diamante della tavola, si sa, ha bisogno di un mix perfetto: invece prima c’è stato il troppo sole a dar fastidio nei momenti più importanti della “fioritura”; poi sono arrivati i rovesci di un autunno molto anticipato che hanno inondato il terreno.

Risultato: la richiesta c’è, mai i tartufi non bastano. Siamo sotto anche la media annuale: le colline sanminiatesi sono una terra che annualmente dovrebbe sfornare 30 quintali l’anno di tartufo, fra bianco, nero e marzuolo. Ma da anni, ormai, si susseguono stagioni di magra.

La nota positiva del 2024, almeno per ora, è stato il tartufo estivo. La raccolta dello Scorzone ha registrato il 60% in più ed ha garantito sia una tenuta del prezzo (arrivato ad un massimo di 250 euro al chilo), sia il soddisfacimento delle richieste del mercato.

Si tratta di un tartufo per lo più destinato al mondo della ristorazione. Per le colline sanminiatesi è il bianco d’autunno, però, il prodotto principe del paniere enogastromico – un prodotto che che per oltre il 60% è destinato all’export – e l’elemento trainante al quale il territorio ha legato anche il suo appeal turistico.

La mostra mercato nazionale di San Miniato – terra che conta 400 trifolai, con una quota crescente di donne e giovani – richiama, ogni anno, oltre 60 mila persone da tutta Italia e anche dall’estero. All’avvio ufficiale, ieri, era presente anche il presidente della Regione Toscana Eugenio Giani. La città dei sapori presenta tutte le eccellenze del territorio.

Al centro il tartufo, ovviamente, intorno vino, olio, carni, formaggi e arte bianca. In totale sono presenti oltre 100 espositori. La mostra celebra anche i 70 anni dal ritrovamento del tartufo più grande del mondo, che fu scoperto proprio nei boschi di San Miniato da Arturo Gallerini detto insieme al suo fedele cane Parigi. Il tartufo – che pesava 2.520 grammi – fu donato nel 1954 da un commerciante di Alba all’allora presidente degli Stati Uniti Eisenhower. Un record imbattuto.