Cascina (Pisa), 13 novembre 2024 – Alle prime luci del mattino, quando si è svegliato dall’anestesia, dopo l’intervento chirurgico a cui è stato sottoposto nel cuore della notte, il 50enne di Cascina ha riconosciuto il volto del giovane che aveva cercato di ucciderlo.
Era il tassello che mancava ai carabinieri della compagnia di Pontedera – guidata dal tenente colonnello Carmine Gesualdo – per formalizzare l’arresto per tentato omicidio e tradurre il 23enne, italiano di origini nord africane, residente anche lui a Cascina, nel carcere don Bosco di Pisa a disposizione dell’autorità giudiziaria.
Sul movente dell’accoltellamento ci sono ancora indagini in corso. Una pista sotto la lente degli inquirenti – ma le indagini sono a tutto campo – sarebbe quella di una lite e forse di un piccolo debito i cui contorni sono ancora da chiarire. Una lite nella quale l’uomo ha rischiato di morire. A salvarlo è stato il tempestivo soccorso e la successiva operazione all’ospedale di Cisanello. Ora è fuori pericolo.
L’episodio è avvenuto domenica sera intorno alle 23.30 nel cascinese. L’aggressore è stato arrestato anche per detenzione di stupefacenti a fini di spaccio, visto che nella sua abitazione sono stati trovati anche due etti di hashish. Secondo quanto ricostruito dai carabinieri, fra il pusher e il cinquantenne ci sarebbe stato un alterco e il giovane lo ha accoltellato alla schiena perforandogli entrambi i polmoni: da qui la corsa in ospedale in gravi condizioni e il successivo intervento chirurgico che ha salvato la vita alla vittima. I carabinieri hanno rapidamente acquisito indizi utili per individuare il responsabile dell’aggressione trovandolo nella sua casa a Cascina dove è stata rinvenuto il coltello a serramanico di 23 centimetri con il quale aveva aggredito il cinquantenne e 200 grammi di hashish divisi in due panetti, più 1.600 euro in contanti ritenuti provento di spaccio.
Un’indagine lampo, iniziata immediatamente dopo il fatto (a chiamare i carabinieri sono stati i sanitari del 118) con l’acquisizione di elementi importanti: alcune testimonianze e il cellulare della vittima che «ha parlato» conducendo, insieme ad altri elementi, i militari dell’Arma a casa del giovane intorno al quale si era concentrata l’attenzione investigativa. Quando i carabinieri sono arrivati nell’abitazione – verso l’una e trenta del mattino – il giovane stava cercando di sbarazzarsi del coltello.