Una fondazione capace di coinvolgere una pluralità di soggetti integrando energie pubbliche, private e del privato sociale. Progetti ancora più mirati nell’impatto sul territorio. Ma anche una fondazione con la porta aperta ai giovani e alla loro voglia e bisogno di esprimersi. Ne parliamo con l’avvocato Giovanni Urti, che tira le somme del suo primo anno al timone della Fondazione Cassa di Risparmio di San Miniato che, con il suo bagaglio di storia e di valori è "un enzima prezioso per il territorio – dice il presidente – in un contesto in cui nessun soggetto, da solo, può risolvere in modo efficacie problemi collettivi".
Concetto questo che è perno di una strategia precisa?
"La Fondazione si colloca come soggetto apicale capace di connettere e creare quegli spazi di dialogo e confronto necessari per lo sviluppo. Di conseguenza, condivisione di progetti – valorizzando la funzione sussidiaria – in modo che si possano concretizzare. Siano essi nel campo della cultura, dell’arte, o nel settore sociale".
Questo primo anno?
"Il bilancio è positivo. Particolare soddisfazione, per noi, è arrivata dal sociale e dalla collaborazione con il mondo del volontariato; penso alla Croce Rossa o anche alle Misericordie, che abbiamo aiutato a dotarsi di mezzi e strumentazione per aumentare la loro efficacia nell’aiuto alla popolazione. E’ un dialogo a cui teniamo molto perché porta risultati di grande valore sociale. Arte e cultura restano settori di riferimento importanti, con perno in progetti “storici“ come il Dramma Popolare. Ma anche all’impegno a fianco del Centro Tardo Medio Evo e all’Accademia degli Euteleti, realtà prestigiosa con duecento anni di storia alle spalle".
Quante risorse la Fondazione riesce ad erogare?
"Circa 400mila euro l’anno. Dal prossimo, grazie agli investimenti, avremo un aumento. Però quello che conta è il valore dei progetti: per questo rafforzeremo il percorso di sviluppo del monitoraggio e della valutazione con strumenti che ci consentano di verificare i risultati raggiunti e l’impatto generato".
Nel settore culturale la Fondazione ha offerto, anche quest’anno, conferenze ed incontri di alto profilo
"Continueremo a farlo. Crediamo che l’incontro diretto con grandi personalità della cultura, dell’economia, del giornalismo, sia un’opportunità preziosa. Ce l’ha dimostrato l’incontro con l’ex premier Enrico Letta che ha tenuto una stupenda lezione sull’Europa. E abbiamo ritenuto significativo invitare all’incontro anche giovani studenti".
I giovani sono un altro fronte a cui la Fondazione tiene molto?
"Qui, per loro, ci sarà un accesso privilegiato. Proseguiremo i progetti con le scuole, ma riteniamo che si debba fare di più: se un’associazione o un semplice gruppo di giovani ha un’idea siamo pronti a valutarla ed a mettere le gambe al progetto. Non importa che sia il migliore al mondo. Quello che conta è che, realizzandolo, vivano un’esperienza di formazione e crescita".
Carlo Baroni