REDAZIONE PONTEDERA

Si recupera la torre del maschio, a lavoro anche sei carcerati

Scatta il cantiere. La direzione: "Un patrimonio per l’intera città"

La torre del maschio che domina il carcere di Volterra

Pontedera, 19 febbraio 2016 - La torre del maschio del carcere di Volterra sarà completamente ristrutturata. Nei giorni scorsi, infatti, la direzione della casa di reclusione di Volterra ha stipulato – con la ditta vincitrice dell’appalto –, il contratto per il recupero strutturale della torre, luogo di straordinaria bellezza e suggestione. Una volta ultimati i lavori, quindi, il meraviglioso cortile del maschio verrà restituito alla città all’interno di percorsi condivisi.

"Il recupero strutturale della torre del maschio – spiegano dalla direzione – si è reso possibile grazie all’impegno e alla volontà di tutti coloro i quali hanno creduto in questa possibilità che rappresenta un valore aggiunto per la fortezza e per chiunque voglia conoscere i luoghi magici di Volterra".

Numerosi e importanti i partner del progetto. Il finanziamento principale (300mila euro) è stato stanziato dal dipartimento dell’amministrazione penitenziaria. Altri 80mila euro sono arrivati, invece, dall’amministrazione comunale. Quindi, ulteriori 50mila euro sono stati stanziati dalla Fondazione della Cassa di Risparmio di Volterra.

La progettazione del restauro è stata affidata allo studio del professor Domenico Taddei di Firenze, già professore presso l’Università di Pisa cattedra di architettura e composizione architettonica presso la facoltà di ingegneria civile e presidente dell’istituto italiano dei castelli, uno dei maggiori esperti nazionali in architettura fortificata.

La durata dei lavori è prevista in otto mesi e vedrà la presenza, tra gli operai della ditta che si è aggiudicata l’appalto, anche di sei ospiti della fortezza, regolarmente assunti. "Nel ringraziare il sindaco e il presidente della Fondazione della Cassa di Risparmio – conclude la direzione della casa di reclusione – , rivolgiamo un commosso ricordo al dottor Edoardo Mangano che, in qualità di presidente della Fondazione, per primo ha fortemente creduto nella possibilità di restituire alla città una parte della sua storia".