GABRIELE NUTI
Cronaca

Francesca, il trapianto e la richiesta di aiuto

Psicologa di 45 anni è malata di cancro al sangue dal 2016. Dovrà stare a Roma per il trapianto di midollo da tre a sei mesi. In tre ore raccolti oltre 7mila euro

Francesca Masi in una foto dello scorso anno

Fabbrica di Peccioli, 21 aprile 2020 - “I primi di maggio sarà sottoposta a trapianto di midollo osseo al policlinico Gemelli di Roma. E' l'unica strada per salvarmi la vita. Dal 2016 sono malata di un cancro raro nel sangue: la mielofibrosi. E vi chiedo aiuto”. Francesca Masi ha 45 anni, è una psicologa, ha un marito e un figlio di 10 anni. Da quattro anni lotta. Lotta e cerca di distrarsi scrivendo libri e facendo teatro. Ma da novembre le sue condizioni di salute sono peggiorate ulteriormente e il trapianto da donatore in vita non è più rinviabile. Il midollo compatibile verrà donato il 27 aprile da un giovane uomo tedesco. Se tutto andrà bene, anche per il trasporto in questi giorni di difficoltà e di restrizioni a causa del coronavirus, i primi di maggio Francesca sarà operata. “Visto che il trapianto nella mia patologia è una procedura molto difficile che si affronta raramente – racconta la psicologa quarantacinquenne - mi è stato indicato il policlinico Gemelli di Roma perché lì lavora uno dei più esperti trapiantologi d’Italia e del mondo.

Il trapianto è un percorso lungo. Minimo per tre mesi, ma potrebbero servirne sei. Insieme alla mia famiglia, dovrò stare a Roma prima ricoverata in una camera sterile poi in un appartamento nei pressi dell’ospedale. Purtroppo l’ospedale non fornisce residenze protette per i pazienti e familiari che vengono da lontano. La spesa dell’affitto è altissima e imprevista. Dopo una lunga ricerca e un primo periodo di sconforto perché trovavamo solo appartamenti turistici intorno ai 3.000 euro al mese, abbiamo avuto un colpo di fortuna e abbiamo trovato un B&B con un proprietario che ha capito la situazione e ci ha proposto la cifra di 1.650 euro al mese”. “Da dicembre non sono più in grado di lavorare e percepisco l’indennità di malattia, che non è pari al mio stipendio, che mi verrà erogata solo fino a giugno, ma realisticamente non potrò lavorare almeno fino a settembre – dice ancora Francesca Masi - Tenendo conto di questo, l’indennità di malattia mi dà forse la metà di quello che avrei guadagnato nel periodo in cui non potrò lavorare. Le medicine non sono ovviamente tutte coperte dallo Stato e lo stare fuori casa di per sé aumenta le spese. Siamo una famiglia normale, non povera, grazie al cielo. !) con un mutuo per l’appartamento, la rata della macchina, tre gatti, il bimbo che fa danza classica. Ma, considerato tutto, realisticamente sono in difficoltà economiche. Chiedo aiuto, lo faccio contrastando una parte di me, ma ho pensato che l’amicizia e la solidarietà devono battere l’orgoglio. Perché i legami umani valgono di più di un sentimento che di fondo è solo un derivato della competizione. Perché sono una psicologa e non ha senso che proprio io sia schiava di resistenze emotive che boicottano la mia felicità. E poi questa cosa del non fornire nessuna assistenza a me e ai familiari, a parte quella sanitaria strettamente necessaria, mi sembra un’ingiustizia”. L'obiettivo di Francesca è di raccogliere 10mila euro. Tre ore dopo la pubblicazione su Facebook del suo appello la cifra raccolta supera 7mila euro. “Sono commossa – conclude la psicologa – Ringrazio di cuore, non mi sarei mai aspettata una reazione così. Mi fa bene. E' il sostegno più forte”. E ai donatori che vorranno, Francesca Masi regala un suo testo inedito tra i seguenti: Reportage su un sexyshop, Racconto comico toscano, Racconto lirico, Discorso sull’amore, Monologo hygge, Monologo tragicomico. Francesca a Roma non andrà in vacanza.