CARLO BARONI
Cronaca

"Raggiri con i grandi immobili". La banda delle ville ha colpito anche in Valdera

Promettevano ad imprenditori guadagni facili con la vendita di case di lusso. Dieci indagati e quattro arresti nell’indagine della finanza

La Guardia di Finanza di fronte a una delle ville (Novi)

La Guardia di Finanza di fronte a una delle ville (Novi)

Pontedera (Pisa), 22 maggio 2020 - La «banda delle ville» , che avrebbe promesso guadagni facili a imprenditori in difficoltà, "garantendo" di poter "piazzare" all’estero case, alberghi e terreni - mentre a guadagnarci, alla fine, sarebbero stati solo loro - un po’ di affari li ha fatti in Valdera e nel Comprensorio del Cuoio.

O con le prospettive di vendite che poi non sarebbero mai avvenute, o come in un caso a Casciana Terme garantendosi per tutto il 2017 la disponibilità di un immobile di pregio dopo avervi fatto lavori e nuovi arredi rimasti da pagare. Invece il prospettato acquisto di quattro appartamenti all’Isola d’Elba - attraverso la costituzione di una scoietà di diritto anglosassone con costo a carico dei proprietari degli immobili - è un’altra delle presunte truffe che, nel caso, triangola tra Livorno, San Miniato e l’Isola d’Elba.

Altra villa da vendere è a Riparbella, un ‘affare da un milione e 600 mila euro: ma c’è da costituire, anche qui, una società inglese a cura del venditore ed a suo nome. I soldi anticipati per le spese, erano un guadagno per la banda. Il sistema è stato portato alla luce dalle indagini coordinate dalla procura di Livorno diretta da Ettore Squillace Greco e dalla guardia di finanza e per alcuni dei dieci indagati è contestata l’associazione per delinquere finalizzata alla truffa.

Per cinque, sono state disposte misure cautelari personali. In particolare: per quello che è ritenuto il dominus dell’associazione, Nicola Calderini direttore della società britannica Sts Investment, 39enne, per il suo collaboratore e autista, Mike Berni, di 55 anni, di Follonica, è stato disposto l’arresto in carcere; per i due complici, invece, l’ex imprenditore turistico livornese Giuseppe Doveri, di 71 anni, e il titolare di un’impresa edile, Bilbil Muca, di 43 anni, nato in Albania e residente a Follonica, sono scattati gli arresti domiciliari; il notaio Valerio Vignoli è accusato solo di conferire i crismi di autorevolezza e serietà all’affare da concludere, è stato notificato il provvedimento di interdizione dalla professione per 8 mesi.

Per gli inquirenti sarebbe appunto Calderini il primo ideatore ed esecutore delle truffe: è a lui che avrebbero fatto riferimento i clienti e che avrebbe sottoposto loro la sottoscrizione della varie pratiche. L’indagine poggia anche su una molte di intercettazioni telefoniche.

Le vittime del raggiro almeno 53 tra piccoli imprenditori e cittadini alla ricerca di liquidità, costretti a pagare anticipi di decine di migliaia di euro - per costituire società inglesi dove appunto intermediare gli affari con facoltosi stranieri - per la vendita di ville che poi non avvenivano.

Alla base dell’indagine c’è una serie di denunce-querele che hanno consentito di individuare le responsabilità delle persone a vario titolo coinvolte in 28 episodi di truffa realizzati anche a Casciana Terme, Ponsacco, Crespina Lorenzana, Riparbella, e Volterra, oltre che in altre località della Toscana e in varie città d’Italia. Rilevante il valore dei patrimoni immobiliari oggetto degli affari visto che il valore degli immobili che gli indagati hanno finto di poter far monetizzare alle vittime dei propri raggiri era superiore a 150 milioni di euro. La Guardia di Finanza ha ricostruito i proventi illeciti incamerati che ammontano a un milione di euro, tra cui 84mila euro trasferiti in Egitto e 170mila euro per gli arredi e i materiali edili acquisiti, anch’essi, per l’accusa tramite truffe.

Nei confronti del capo dell’associazione è stato operato il sequestro di tutte le sue auto di lusso: un’Audi R8 coupé, un’Audi A6 allroad, una Range Rover e una Mercedes Cla Amg, del valore complessivo di oltre 260.000 euro. Le Fiamme Gialle, sempre su ordine dell’autorità giudiziaria, hanno dato esecuzione anche alla confisca a titolo definitivo della prestigiosa villa con piscina dove questo viveva, del valore di mercato di 3 milioni di euro pur non avendone titolo e che il presunto truffatore avrebbe utilizzato più volte come location per gli incontri nei quali proponeva i propri affari.

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