Il giudice di pace resta a rischio. Senza due dipendenti - pagati dai Comuni – l’ufficio non potrà andare avanti. Il caso è anche al centro di polemiche politiche. Secondo il Gruppo Misto una cosa sono i fatti " e un’altra le parole". A puntare il dito è Manola Guazzini: "Il sindaco ha dichiarato di “mettere un dipendente”. E poi, come è solito, ha scaricato la palla sugli altri sindaci – dice Guazzini –. Mi piacerebbe sapere quale dipendente mette, se uno degli atti approvati dal consiglio è stata la modifica del fabbisogno del personale, in base alla quale si legge (carta canta) che la dipendente attualmente destinata all’ufficio del Giudice di Pace va in pensione quest’anno, o meglio tra qualche mese, ed è già di fatto fuori servizio per l’utilizzo delle ferie. E non sarà sostituita".
"L’escamotage del sindaco è stata quella di dirci infatti che farà un bando di mobilità interna per verificare – prosegue la consigliera – se c’è qualche dipendente disponibile ad andare all’ufficio del Giudice di Pace, ma se non ci sarà, il problema sussiste". Fino ad ora il personale è stato fornito fai Comuni di San Miniato e da quallo di Santa Croce. L’ufficio del giudice di pace ha competenza su tutto il Comprensorio del Cuoio. E furono gli accordi fra Comuni, anni fa – quando, anche allora, ci fu il rischio della chiusura - a consetire che il servizio potesse restare mettendo a disposizione il personale necessario alla gestione dell’ufficio. Ora, però, i nodi sono tornati di nuovo al pettine. E se San Miniato e Santa Croce non torveranno, nelle rispettive disponibilità, le risorse da discattare, il Comprensorio perderà anche il presidio di giustizia.
C. B.