REDAZIONE PONTEDERA

Un rifugio per donne sole e madri. Inaugurazione della Casa Belvedere

La struttura di Treggiaia potrà ospitare fino a 7 persone e sorge nella ex scuola materna

PONTEDERA

Un appartamento dedicato alle donne sole e alle madri con figli. Nasce a Treggiaia Casa Belvedere il progetto che Caritas San Miniato, in collaborazione con la cooperativa Il Cammino, ha realizzato nell’ambito del progetto La Community dell’Abitare, finanziato con i fondi dell’8x1000 della Chiesa Cattolica. La Casa, in grado di accogliere fino a un massimo di sette ospiti, sorge in via XXV Aprile n. 2, nell’appartamento sopra la ex scuola materna del paese di proprietà della parrocchia di Treggiaia, che in precedenza ospitava una comunità di suore. "La Community dell’Abitare – spiegano da Caritas – è una progettazione integrata che intende dare risposte concrete al disagio abitativo diffuso nella diocesi di San Miniato, formando e animando le comunità, mettendo in pratica iniziative innovative dell’abitare sociale, sviluppando una condivisione solidale".

Casa Belvedere sarà inaugurata mercoledì 18 ottobre, alle ore 18. All’evento, oltre al direttore don Armando Zappolini, interverranno il sindaco di Pontedera, Matteo Franconi, l’assessora alle Politiche sociali di Pontedera, Carla Cocilova, e il presidente della cooperativa Il Cammino, Matteo Lami. "Si tratta di una progettazione – spiega don Armando Zappolini, direttore della Caritas diocesana, che interverrà all’inaugurazione – in cui Caritas crede molto in linea con le scelte di Caritas Italiana, molto attenta al problema dell’abitare, che sta diventando strutturale anche nel nostro territorio.

Casa Belvedere e Casa Martina a Fucecchio, quest’ultima inaugurata a fine settembre, rappresentano i primi passi di un percorso triennale che, oltre a costituire un supporto per le persone in disagio abitativo, intende stimolare le comunità a sviluppare una sensibilità particolare nei confronti di questo tema e a contribuire con iniziative di condivisione solidale". Il progetto prevede di mettere ancora di più a frutto la collaborazione con le amministrazioni comunali nei cui territori sorgono le esperienze di housing sociale e con i servizi sociali, attraverso i quali saranno messe in comune e condivise le situazioni di disagio territoriale.