Nella notte i carabinieri sono riusciti a dare un nome al cadavere ritrovato domenica mattina poco dopo le 10 in un campo a ridosso dell’Arno in via de’ Tavi a Castelfranco. La vittima è Roberto Checcucci, disoccupato di 53 anni, di Fucecchio (Firenze). Originario di Firenze, da alcuni anni abitava in via Battisti insieme all’anziana mamma. Roberto Checcucci non era conosciuto a Fucecchio. Chi ha vaghi ricordi ne parla come un camminatore quasi compulsivo. Camminava sempre, la mattina e la sera. E anche domenica mattina era partito da Fucecchio e lungo il viottolo dell’argine dell’Arno era arrivato fino a Castelfranco. Dove è stato ammazzato. E lasciato per terra, in un campo incolto al limitare di una fossa. Non era conosciuto, non faceva parte di contrade o di una delle tante associazioni fucecchiesi. Un uomo perbene, senza alcun precedente di giustizia, che faceva la sua vita in cammino, forse anche alla ricerca di una tranquillità che la mancanza del lavoro gli aveva tolto.
Pare che quasi tutti i giorni si presentasse agli sportelli del centro per l’impiego di Santa Croce in cerca di una occupazione. Che però non arrivava mai. E ora, con la crisi causata dal coronavirus, era ancora più lontana dalle sue prospettive. Checcucci viene definito anche come una persona educata e tranquilla. Ma allora a chi può aver dato noia una persona così tanto da essere massacrata con terribili fendenti al collo e all’addome? Perché Roberto è stato ammazzato così brutalmente e lasciato mezzo dissanguato in un campo alla periferia di Castelfranco?
Secondo quanto ci è stato raccontato a Fucecchio, Checcucci non aveva mai avuto a che fare neppure con gli uffici comunali. Con il sociale, ad esempio, dove si rivolgono quasi sempre le persone che sono in cerca di lavoro. Pare che la mamma sia proprietaria di due-tre appartamenti in affitto e che questa sia la maggiore fonte di sostentamento del cinquantatrenne e di sua madre. E anche del fratello maggiore di Roberto. La vittima non era sposato e non aveva figli. Una vita trascorsa con la madre, prima a Firenze e poi a Fucecchio dove si sono trasferiti da oltre dieci anni. A Fucecchio abitava la sorella della mamma, la zia di Roberto. Ed è questo il legame, il motivo per cui anni fa la mamma con i due figli avevano deciso di trasferirsi nella cittadina che ha dato i natali a Indro Montanelli. Da Fucecchio a Castelfranco ci sono poco più di sette chilometri. Quasi tutti i giorni, anche se talvolta cambiava percorso, Roberto Checcucci camminava avanti e indietro forse per scaricare la tensione della mancanza di lavoro.
gabriele nuti