Un’altra notte con l’acqua alla gola. Nel Pisano e a Cecina non c’è tregua

Ancora un disastro nei territori già martoriati: garage, cantine e case allagate, famiglie salvate dai pompieri. Piogge monsoniche devastanti, danni per milioni di euro tra abitazioni e imprese. Continua l’allerta gialla.

Un’altra notte con l’acqua alla gola. Nel Pisano e a Cecina non c’è tregua

Ancora un disastro nei territori già martoriati: garage, cantine e case allagate, famiglie salvate dai pompieri. Piogge monsoniche devastanti, danni per milioni di euro tra abitazioni e imprese. Continua l’allerta gialla.

di Gabriele Nuti

Una sequenza incredibile di disastri e di danni. Un’altra notte con l’acqua alla gola per l’Alta Valdera, la Valdicecina e Cecina. Ponti crollati, strade chiuse, frane. Quindici persone salvate dai vigili del fuoco arrivati da mezza Toscana nelle aree alluvionate. Quattordici sono state trovate sui tetti delle auto sommerse dall’acqua nelle zone di Santa Luce, Castellina e Riparbella in provincia di Pisa. Veicoli che correvano nell’acqua alta come fossero imbarcazioni. Sempre a Santa Luce i pompieri hanno salvato un uomo che chiedeva aiuto in mezzo agli arbusti. E’ stato portato all’asciutto da squadre di vigili volontari e di specialisti fluviali richiamati dalle sue grida.

Cittadini impauriti, arrabbiati ed esausti. Attività e imprese in ginocchio. Tra questi lo storico ristorante “Da Pasquino“ a La Sterza, nel comune di Terricciola, al confine con Lajatico: i proprietari, oltre al disastro nel magazzino rifornito per le feste, hanno perso anche due automobili trascinate via dal torrente Sterza. Il vivaio “Garden Flor Etruria“ a Montescudaio ha subìto danni per mezzo milione di euro. A Cecina è chiuso il centro commerciale La Vallescaja, con oltre due metri d’acqua nel parcheggio sotterraneo e negozi che chissà quando potranno riaprire.

Un’intera frazione del comune di Montescudaio, in località Fiorino, è finita sott’acqua e ci sono circa sessanta case allagate. La conta dei danni è ancora in corso ed è presto per avere un quadro preciso della situazione. Ma si parla in totale di milioni di euro tra abitazioni private e imprese.

Tante le case allagate a Cecina, dove non ci sono state esondazioni – a differenza della Valdicecina e dell’Alta Valdera, dove sono esondati contemporaneamente Era, Sterza e Cascina tra i comuni di Lajatico, Terricciola, Capannoli e Ponsacco – ma allagamenti causati dall’intensità della precipitazione che si è abbattuta sulla città tra le 23 e l’una. La sindaca, Lia Burgalassi, parla di 70 millimetri caduti in un’ora e mezza. Piogge "monsoniche" per forza e continuità.

A Cecina due impianti sportivi inagibili (campi da tennis e stadio), danni al bocciodromo. Ci sono numerose abitazioni allagate, scantinati e piani terra. Squadre del comune, volontari di protezione civile, vigili del fuoco e cittadini sono all’opera per aiutare nelle operazioni di pulizia chi ha avuto danni.

I Comuni più colpiti da questa ennesima ondata di maltempo sono i più piccoli. Santa Luce, Montescudaio e Riparbella, territori che fanno parte della provincia di Pisa ma che si affacciano dalle colline che degradano verso la costa e il mare. "Non mettetevi in viaggio – l’appello di ieri dei sindaci, valido anche per oggi, con allerta gialla – se non per estrema necessità. Massima attenzione e cautela".

Ci sono intere zone isolate. La Valdicecina è collegata con Cecina e la costa solo da una strada parzialmente praticabile che è la Via per Montescudaio. La Provinciale 13 del Commercio è chiusa per frane. Chiusa anche la storica Salaiola, dalla Melatina a San Martino e da San Martino a Palazzi. E chiusa anche la Statale 68 da Volterra a Cecina nel comune di Riparbella. Crollato a Riparbella il ponte a La Botre.

Disastri. Danni. Lacrime. Tutto più o meno annunciato perché il territorio è fragile. Ma l’incubo delle bombe d’acqua è che arrivano quando le condizioni meteo sembrano migliorare. L’altra notte, per esempio, quando l’allerta era nella sua ultima fase. Sembra che il temporale che ormai aveva raggiunto il mare si sia improvvisamente autorigenerato scaricando poi tutta la sua virulenza sulla costa e in una parte di territorio che da Cecina sale in Valdicecina fino all’Alta Valdera. La gente finisce in ginocchio. Conta i danni. E piange.