
Paolo Giusti con i volontari del centro (foto scattata prima dell’emergenza Covid)
Pontedera, 13 maggio 2020 - Il servizio antiusura alla Misericordia di Pontedera ha riaperto – fisicamente, su appuntamento allo 0587 52021– i battenti lunedì, ma in realtà non si è mai fermato. Durante l’emergenza sanitaria i volontari hanno offerto consulenze telefoniche per rispondere ai dubbi che tormentavano i tanti lavoratori costretti a casa dal Covid ma con la testa fuori. Il pensiero fisso sulle saracinesche abbassate e sul posto "congelato" dall’oggi al domani. La preoccupazione del governatore della Misericordia, Renato Lemmi, è alta: "La popolazione vive una situazione evidente di crisi – spiega –. I numeri che abbiamo registrato ad aprile col Banco alimentare (domande più che raddoppiate, ndr ) ne sono lo specchio. Le famiglie sono in affanno. La Misericordia si sta attrezzando potenziando i suoi servizi di assistenza". Già decine le richieste di informazioni arrivate al centro antiusura, quantomai utile in un momento in cui potrebbe essere più facile cadere vittima di speculatori. E Paolo Giusti – referente del gruppo di ex bancari che ogni giorno, da anni, tendono la mano a chi naviga in brutte acque – si aspetta che i numeri crescano con l’uscita dal lock down e le progressive riaperture. Dottor Giusti, quali sono stati finora i temi di maggior interesse? "Le persone ci hanno contattato per conoscere in primis le modalità per sospendere il pagamento di rate e mutui. Oppure la possibilità di applicare la Legge taglia debiti al nuovo contesto. Non sono mancate poi le richieste di chiarimento sui decreti emanati dal governo che per qualcuno presentavano punti oscuri...". La richiesta più particolare? "Molti piccoli imprenditori, soprattutto alla guida di attività a conduzione familiare, hanno manifestato la necessità di ’proteggere’ il proprio business. Si tratta di persone che durante lo stop per l’emergenza sanitaria hanno dovuto svendere i propri prodotti, svuotare i propri magazzini per sopperire alla mancanza di fatturato. E adesso hanno bisogno di risorse per ripartire, per rimettersi in moto. Paradossalmente in alcuni casi per ricomprare materiali essenziali". Un esempio? "Il titolare di una piccola azienda agricola che, con le entrate ridotte, per riuscire a sopravvivere è stato costretto a mettere in vendita il bestiame. Ora deve ricomprarlo e investire molto nella speranza di tornare sul mercato, magari riconquistando il livello di mesi fa". Il centro antiusura dovrà confrontarsi con una situazione emergenziale del tutto nuova. Che cosa potrete fare? "Il primo passo è aumentare il nostro raggio d’azione. Offrire alle banche garanzie maggiori e più prolungate a tutela di chi ha bisogno di sostegno. Dopo il Covid siamo pronti a superare la soglia del 70 per cento di copertura per i finanziamenti ancora da concedere. Ma siamo pronti anche a mantenere la garanzia in caso di sospensione per 12 mesi. Tutto affinché gli istituti si sentano sicuri nell’accettare una pratica". Qual è la difficoltà più incombente? "Il nodo banche resta il principale, emergenza Coronavirus a parte (Giusti sorride, ndr ). Il problema, che adesso si fa addirittura più pesante, è il fattore tempo. Le banche passano al vaglio, mi permetto di dire, con eccessiva lentezza le pratiche che spediamo loro nonostante le enormi e prolungate garanzie che il nostro centro offre soprattutto adesso. Non possiamo più permetterci di aspettare settimane o addirittura oltre un mese, come sta capitando giusto ora per una coppia che ha chiesto il nostro intervento per sospendere di un semestre la rata di un prestito sempre puntualmente pagato. La lentezza della procedura non conviene a nessuno: né alla persona cui serve aiuto, e che rischia di passare allo status di moroso, né alla banca. Perché quindi non accettare le pratiche senza istruttoria?".