Valdera avvelenata. Manifestazione record

Manifestazione a Pontedera contro l'inquinamento e le discariche, con oltre 70 adesioni da tutta la Toscana. Temi ambientali, sociali e politici uniti nella lotta per un'economia sostenibile e la liberazione del popolo palestinese.

Valdera avvelenata. Manifestazione record

Gli organizzatori della manifestazione «No Valdera avvelenata»

Record di adesioni per la manifestazione organizzata per sabato 26 ottobre alle ore 15.30 davanti al Comune di Pontedera dal comitato No Valdera Avvelenata. Sono oltre 70 ad oggi le associazioni, i comitati, partiti politici, circoli, movimenti, sindacati, organizzazioni da ogni parte della Toscana che hanno deciso di aderire al corteo che dovrebbe sfilare su corso Matteotti, piazza Duomo, piazza della stazione per poi fare rientro sul corso. Attese quindi migliaia di persone da tutta la Valdera, da Livorno, Firenze, Prato, Pistoia, Piombino, Lucca, Arezzo e così via. "Questa manifestazione è fondamentale – è lapidario il coordinatore Antonio Piro – è fondamentale per il semplice fatto che la Valdera rappresenta il 2% del territorio regionale ma riceve il 50% dei rifiuti di tutta la Toscana. Siamo circondati da discariche, dobbiamo dire basta. E nonostante questo c’è un sindaco che sta facendo richiesta per attrarre ancora più rifiuti. Ma la cosa più incredibile è che sia il Comune di Pontedera che quello di Peccioli cercano di nascondere tutto questo con attività culturali, ospiti ecc. Alla Valdera pattumiera della regione vogliamo dire ‘no, grazie’".

Tante quindi le associazioni ed i movimenti di natura ambientale, sociale, politica coinvolte. Dai temi ambientali e quindi lotta all’inquinamento, al Keu, all’amianto, alle discariche, fino alla liberazione del popolo palestinesi. Una manifestazione che abbraccia temi trasversali. "Siamo tutti uniti – dicono dal coordinamento delle associazioni promotrici – in questa lotta che mette in discussione un modello economico che genera una permanente e sempre più marcata devastazione degli ecosistemi a causa di produzioni e consumi che hanno un costo energetico e sociale non più sopportabile. Ecosistemi che si basano anche sull’insostenibile estrazione di materiali rari e in via di esaurimento dove sono impiegati anche bambini che molto spesso si ammalano o addirittura trovano la morte. Ragioni produttive e accumulazione di capitali che producano guerre e distruzioni".

"E per questo esprimiamo anche nella nostra manifestazione una forte solidarietà alla lotta di liberazione del popolo palestinese che da moltissimi anni chiede di vivere in pace sulla propria terra con un suo stato indipendente. E sull’ambiente vogliamo costruire collettivamente, con comuni e comunità, economie veramente circolari col rispetto della natura e dell’ambiente come elementi centrali".

Luca Bongianni