Villetta da demolire a Ponsacco, la battaglia dei Cerretini in Parlamento

La battaglia dei Cerretini per salvare la loro casa dalla demolizione continua. Manifestazioni, interrogazioni parlamentari e ricorsi sono stati presentati per ottenere una soluzione che non preveda la demolizione. Il sostegno alla battaglia si allarga ogni giorno di più.



Villetta da demolire a Ponsacco, la battaglia dei Cerretini in Parlamento

Villetta da demolire a Ponsacco, la battaglia dei Cerretini in Parlamento

La battaglia dei Cerretini non si ferma. Ieri, insieme a Samuele Ferretti, il ponsacchino che da tempo si batte per la sicurezza sul territorio, hanno manifestato davanti alla Prefettura di Pisa. Chiedono tempo. Un tempo prezioso: la loro casa rischia di essere demolita entro il 3 settembre, come ha stabilito il Consiglio di Stato. I Cerretini, ieri, sono stati ricevuti, si apprende, anche in Soprintendenza: "Abbiamo spiegato – dice Ferretti – la situazioni e tutte le giute ragioni per le quali ci battiamo affinché si attendano gli esiti dei ricorsi presentati da questa famiglia". Per non incorrere in un paradosso che Paola Cerretini, ha più volte sottolineato: "ottenere la ragione quanto la casa sarà già macerie". Intanto sulla vicenda della casa della famiglia Cerretini in Val di Cava di cui è stata decisa la demolizione, il Movimento 5 Stelle rende noto che ha presentato un’interrogazione parlamentare tramite l’onorevole Andrea Quartini.

In questi giorni il M5S "ha lavorato per arrivare a presentare questo atto ufficiale sulla questione della casa della famiglia Cerretini – spiega una nota –, per capire come sia possibile passare da parco vincolato dal ministero dei beni culturali a bosco, disattendendo tutti i pareri degli enti locali, creando un solo soggetto danneggiato, ossia la famiglia Cerretini che ha agito sempre nel rispetto della legge".

In particolare – si legge – l’interrogazione del deputato toscano avanzata nei confronti del ministro dell’ambiente e della sicurezza energetica e verso il ministro delle infrastrutture e dei trasporti, chiede: "come intendano agire, perché un caso “prototipo” (in relazione al quale sono peraltro pendenti altre forme di ricorso gerarchico ed amministrativo) non si trasformi in uno strumento eccessivamente punitivo (la demolizione) per la parte soccombente". Insomma il fronte di sostegno alla battaglia si allarga ogni giorno di più.