Villetta da demolire, la sentenza del Tar ferma le ruspe

Dovranno essere valutati i presupposti per l’eventuale regolarizzazione del bene. La proprietaria: "Abbiamo ribaltato un situazione che sembrava ormai persa"

Una manifestazione di solidarietà nei confronti della famiglia Cerretini proprietaria della villetta da demolire a Ponsacco (Foto Germogli)

Una manifestazione di solidarietà nei confronti della famiglia Cerretini proprietaria della villetta da demolire a Ponsacco (Foto Germogli)

Ponsacco (Pisa), 18 luglio 2024 – Quando tutto sembrava perduto, i Cerretini sono riusciti a ribaltare la situazione. "La casa è salva", dicono. La sentenza del Tar apre una nuova strada davanti alla storia della villetta da demolire: "L’autonomia del procedimento di sanatoria avviato dai ricorrenti e il fatto che la domanda di accertamento di conformità trovi il proprio inevitabile presupposto nella presenza della fascia di rispetto boschiva e nella natura abusiva dell’opera in essa ricadente fanno sì che l’amministrazione possa e debba esaminare e pronunciarsi nel merito sulla nuova istanza di regolarizzazione, senza sottostare ad inesistenti vincoli di giudicato". E’ il passaggio chiave della sentenza della giustizia amministrativa che ferma le ruspe: "L’amministrazione, prima di procedere all’eventuale demolizione dell’immobile, i cui termini devono ritenersi interrotti, dovrà quindi provvedere in ordine all’istanza di accertamento di conformità in sanatoria presentata dai ricorrenti, svolgendo le

necessarie verifiche tecniche e valutando la sussistenza di tutti i presupposti per l’eventuale regolarizzazione del bene".

Paola Cerretini che si è battuta come una leonessa, con il sostegno di tanti cittadini, la mobilitazione di Samuele Ferretti, poi diventato assessore dice: "Una sentenza che ci ripaga di tanto dolore, so che la battaglia non è finita, sicuramente la controparte farà ricorso e appellerà - aggiunge -. Ma intanto abbiamo ribaltato un quadro che sembrava ormai segnato". E lo stesso Ferretti non nasconde la sua soddisfazione: "Una notizia bellissima, ci sarà da lavorare, ma i Cerretini questa vittoria se la meritano tutta".

La demolizione era stata disposta dal Consiglio di Stato motivando: "Il Comune non può fare altro che eseguire quanto ordinato dal Consiglio di Stato in sede di ottemperanza della sentenza di merito adottando l’ingiunzione di demolizione, che trova la propria ragion d’essere nel definitivo accertamento giudiziale della preesistenza dell’area boschiva vincolata, nel definitivo annullamento del titolo edilizio legittimante e, per conseguenza, nella insuperabile natura abusiva dell’edificio realizzato". Questo il giudicato per il quale il Comune aveva avviato l’iter per buttare giù la casa. "Ma i Cerretini hanno edificato in una fascia di rispetto spostandovi volumi da un’altra fascia di rispetto, e questo è previsto", disse allora l’avvocato dei Cerretini. La battaglia è ripartita da lì.