CARLO BARONI
Cronaca

L’odissea della villetta da demolire: "L’ordine di sgombero? Non mi muovo, resto qui"

Parla Paola Cerretini dopo gli ultimi atti e la notifica del verbale da parte dei vigili. Intanto sono già oltre 18mila le firme raccolte di sostegno alla sua battaglia

Prosegue la battaglia sulla villetta da demolire

Prosegue la battaglia sulla villetta da demolire

Ponsacco, 18 novembre 2023 – C’è una certezza nella complessa e drammatica storia della villetta della famiglia Cerretini, ormai incamminata alla demolizione. Una certezza che Paola Cerretini, che abita la casa, ripete davanti agli ultimi atti ufficiali che aprono definitivamente le porte alle ruspe: l’ordinanza di sgombero entro 30 giorni, notificata dai vigili urbani nei giorni scorsi, e l’ultimo pronunciamento del Consiglio di Stato sulla richiesta di chiarimenti inviata alla corte dal commissario ad acta.

"La certezza è quella che da qui non mi muovo, questa casa io non la lascio – spiega Paola Cerretini –. Non ottempererò all’ordinanza di sgombero, non cerco un alloggio, non mi trasferisco, non porto via i mobili, non faccio niente. Io resto qui".

«L’ho detto e lo ripeto ora – aggiunge la signora Paola –: quinmi ci devono seppellire, le macerie saranno la mia tomba. Nella storia non sarò certo l’unica donna sepolta sotto la sua dimora, e neanche l’ultima. Qui ci sono le mie cose, i ricordi, tutti i risparmi, qui c’è la mia vita". "Vorrei parlare con Mattarella – prosegue la signora Paola –. Sembra, però, che sia impossibile: alla fine avrei solo una domanda dare fare, cosa ho fatto di male nella mia vita? Dov’è che ho sbagliato? In questa storia sono altri ad aver sbagliato, ma pago solo io. Un prezzo enorme, assurdo. Sono da mesi e mesi dentro un incubo".

Questi, per i Cerretini, sono stati mesi di battaglia e di appelli. Attorno a loro si è anche formato un comitato spontaneo, sostenuto con determinazione da Samuele Ferretti, ponsacchino in prima fila nella battaglie per la legalità. "Sono state raccolte oltre 18mila firme per sostenermi e sostenerci – conclude Paola Cerretini –. E tante stanno ancora arrivando. La nostra prossima mossa? A livello legale devo parlare con il mio avvocato, vedremo. A livello personale l’ho detto: resto, e me ne andrò con la mia casa".

Tutta questa vicenda inizia nel 2015 quando i Comuni di Pontedera e Ponsacco, concessero i permessi a costruire. Il cantiere iniziò nel 2016 e nel 2018 è stata terminata.

Poi però quell’edificio è stato al centro di ricorsi e carte bollate. La demolizione è stata disposta dal Consiglio di Stato motivando: "Il Comune non può fare altro che eseguire quanto ordinato dal Consiglio di Stato in sede di ottemperanza della sentenza di merito, adottando l’ingiunzione di demolizione, che trova la propria ragion d’essere nel definitivo accertamento giudiziale della preesistenza dell’area boschiva vincolata, nel definitivo annullamento del titolo edilizio legittimante e, per conseguenza, nella insuperabile natura abusiva dell’edificio realizzato". Questo il giudicato per cui in tanti si sono mobilitati.