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Vino, le nuove frontiere. La sfida nei mercati globali: "Investire nel mondo digital"

Luna Doni di Acino.Studio si racconta al master: dalla Sant’Anna alla sua attività "Siamo un gruppo di quattro giovani che hanno varie conoscenze".

Vino, le nuove frontiere. La sfida nei mercati globali: "Investire nel mondo digital"

Luna Doni di Acino.Studio di Pontedera ha raccontato la sua esperienza al master

di Mario Ferrari

Un gruppo di giovani che con l’ausilio dei nuovi mestieri digitali promuove uno dei prodotti più antichi del mondo. È l’idea alla base di Acino.Studio, un’agenzia fondata dalla pontederese Luna Doni che, unendo la freschezza delle nuove generazioni con il rispetto delle tradizioni, vuole veicolare il valore del vino e valorizzare le aziende del territorio, stando al passo coi tempi. Una sfida che sta dando i suoi frutti, visto che hanno diversi clienti in tutta Italia e che è partita dalla Scuola Sant’Anna. Luna ha infatti partecipato tre anni fa alla VII edizione del master “Vini italiani in mercati globali“ dello stesso ateneo dove ieri è tornata per un seminario sulle prospettive generazionali nel settore vitivinicolo. Il master le è stato utile.

"Esatto. Il corso che ho seguito alla Sant’Anna mi ha aperto le porte del mondo dei vini, fornendomi le capacità e gli strumenti per affrontare questo settore che è molto... settoriale".

Cosa intende?

"Che è complicato per i giovani farsi strada nell’ambito vitivinicolo: è un mondo di adulti che si fonda su conoscenze ed esperienze. Grazie al master ho avuto la possibilità di farmi conoscere e costruito il mio biglietto da visita con il quale ho fatto esperienze in molte cantine, finché non mi sono circondata di clienti fidati e ho aperto un’agenzia di comunicazione per promuovere il vino nel mondo digital".

Una ventata di innovazione per il settore.

"Infatti. Siamo un gruppo di quattro persone con un’età media di 27 anni, che hanno conoscenze di enologia, videomaking, social media manager, sommelier, specialisti in marketing digitale e fotografia che utilizzano i nuovi mestieri nella promozione di un prodotto a suo modo storico".

Nella botte piccola c’è il vino buono.

"Speriamo! Noi aiutiamo le cantine a farsi conoscere con un’immagine pulita, ben definita e un brand esplicativo che funzioni e valorizzi tanto l’azienda quanto il territorio".

Come si racconta il vino oggi?

"Dipende dai clienti. Mediamente il target è adulto, classico e interessato alla tradizione e a un tenore elegante e istituzionale, dunque la promozione tende a essere più ricercata e “sobria“. Ovviamente non dobbiamo dimenticare che il consumatore del futuro sono le nuove generazioni e dobbiamo investire anche per attrarre loro".

I giovani invece a cosa sono interessati in questo settore?

"Dalla nostra esperienza, i ragazzi vogliono innovazione, diversificazione e originalità: bisogna sperimentare con uve di vini diversi e giocare molto sull’esperienza a tutto tondo. Ci tengo però a sottolineare che il prodotto deve essere buono di base".