Pontedera, 13 gennaio 2023 - Una condanna finale e complessiva a 9 anni di reclusione. Tenendo conto della sentenza d’appello passata in giudicato e riconosciuta la continuazione (istituto che è applicabile in ogni caso in cui più reati siano stati commessi in esecuzione del medesimo disegno criminoso). E’ questo l’esito del processo con rito abbreviato, celebrato ieri davanti il gup di Pisa. A giudizio un padre accusato di aver abusato sessualmente del figli. L’uomo, a fine 2021, con rito abbreviato, fu condannato a dieci anni di carcere dopo essere stato ritenuto responsabile di violenza sessuale nei confronti della figlia; pena in appello ridotta a 8 anni. Ma per il 50enne, straniero e residente in Valdera (omettiamo ogni riferimento specifico a tutela delle vittime), la storia non era finita lì: sempre per violenza sessuale, sia sulla bambina ancora minorenne che sull’altro figlio – ora maggiorenne – l’uomo è dovuto comparire ancora una volta davanti al giudice. I fatti, oggetto del processo, in questo caso, sarebbero stati commessi su entrambi, ma all’estero e non sul territorio nazionale.
Si tratta di episodi, infatti, che nel primo processo non poterono essere valutati davanti al gup Giuseppe Laghezza per difetto di giurisdizione: tant’è che il giudice rinviò gli atti al pm Giancarlo Dominijanni. Una volta ottenuta l’autorizzazione a procedere, la pubblica accusa ha poi riportato il 50enne – attualmente detenuto – nell’aula penale, stavolta davanti al giudice Donato D’Auria.
Per quanto riguarda la figlia la storia e il disagio erano emersi sui banchi di scuola. Pianti improvvisi che apparivano agli educatori come ingiustificati. Da qui la decisione di procedere con gli approfondimenti sulla vita della ragazzina per mettere a fuoco i contorni della vicenda. Quindi le indagini e l’incidente probatorio dove la piccola raccontò di aver ricevuto, in passato, attenzioni particolari dal babbo. Testimonianza che venne raccolta alla presenza dell’assistente sociale e dello psicologo. Un racconto ritenuto preciso e toccante dal quale emerse che il genitore avrebbe molestato anche il fratello. I racconti dei figli avrebbero parlato di più episodi. Alcuni avvenuti in Italia, altri appunto all’estero.
Ed è per questi ultimi, che sono stati al centro di ulteriori accertamenti della Procura, che è nato processo bis. La curatrice speciale della ragazzina è l’avvocato Maria Concetta Gugliotta rappresentata nel processo dal collega avvocato Alberto Marchesi. L’avvocato Gugliotta, in questo procedimento, è legale di fiducia del fratello, ora, appunto, maggiorenne. Il pubblico ministero all’esito della requisitoria aveva chiesto una condanna complessiva a 10 anni.