Una piaga. Che richiede l’urgenza di agire. Sempre più pressante per ogni giorno che passa potrebbe significare la vita di un’altra persona spezzata da un’onda di violenza che non sembra placarsi. Il dramma dei femminicidi è una realtà con cui il Paese e il mondo, stanno facendo il conto. La Giornata internazionale per l’eliminazione della violenza contro le donne è una data importante per aiutare a sedimentarsi nella società la cultura
dell’amore e del rispetto perché
non accada mai più. Si moltiplicheranno le iniziative. Che saranno tante. A Stibbio di San Miniato, domenica (ore 15), ci sarà "Una, Nessuna, Centomila": una giornata di riflessione e sensibilizzazione nella quale le lista Filo Rosso ha pensato e curato l’evento dal titolo "la cultura della violenza": un momento di dialogo e confronto insieme a docenti e ricercatrici universitarie, per esplorare quelle che sono le profonde radici della violenza, con un focus specifico su aspetti culturali e strutturali del patriarcato che hanno influito sulla storia e la cultura del nostro paese. Sabato 23 novembre, il Centrum Sete Sóis Sete Luas di Pontedera nel cartellone regionale “La Toscana delle donne”, ci sarà un reading dedicato da "Hizya", il romanzo della scrittrice algerina Maïssa Bey. Ambientato nell’Algeria dei primi anni Duemila, Hizya esplora la condizione femminile e le battaglie per l’autonomia in una società complessa, restituendo il ritratto di una gioventù alla ricerca del proprio futuro.
Riflettere, agire. Ma importante è non dimenticare. Questa terra ha visto anche femminicidi. Una donna uccisa dall’uomo che diceva di amarla e che l’aveva voluta sposare. Una tragedia che proprio in questi giorni ha compiuto dieci anni. E che forse – diciamo - meritava insieme ad altre storie (come quella di Elisa Amato che ricordiamo qui sotto) di essere sottolineata, magari con un’iniziativa specifica, proprio nel cartellone di eventi. Perché sono due storie che hanno bagnato di sangue la nostra terra.
Marinella Bertozzi, 50enne di San Miniato, fu uccisa a Querce dove abitava con il marito che aveva sposato da poco. Marinella fu uccisa con una escalation di botte. Lui, oggi 47enne, sta scontando 30 anni di reclusione, pena che la Cassazione mandò definitiva nel 2018. L’uomo, scrissero i giudici, sempre più insofferente "per la condizione di debolezza della compagna invece di aiutarla concretamente o, al limite, di separarsi da lei, si sfogava in suo danno con la violenza, con le urla, con gli schiaffi". Un crescendo fino all’epilogo di quella sera in cui – aveva motivato la Corte d’appello – "non è possibile ritenere che l’imputato volesse solo percuotere la vittima". Un vicino, intercettato giorni dopo il delitto, rievocando il clima, aveva affermato che "sembrava che l’uomo la volesse scannare". L’uomo fu inchiodato dalle indagini dei carabinieri.
Carlo Baroni