Volterra, 4 gennaio 2020 - “Noi siamo molto più antichi di Pisa, Abbiano tremila anni di storia". Rispondono così da Volterra a chi azzarda l'accusa di "sfida agli Dei" per la candidatura a capitale italiana della cultura in concorrenza con Pisa. Diecimila abitanti e turismo da città di dimensioni ben più vaste, con oltre 220mila visitatori nel polo museale e nei siti archeologici nel 2019. La candidatura di Volterra è anche un derby nel derby. Non solo quello di una città di provincia contro il capoluogo. Ma anche quello politico, del centrosinistra contro il centrodestra. Una sfida che ha un nome e un cognome: quello di Dario Danti, assessore nella Volterra di centrosinistra, che occupò l'identico ruolo tentando la scalata alla capitale culturale europea per la città della Torre pendente, quando operava nella Pisa prima della svolta del 2018. Quando arrivarono la Lega e il centrodestra alla guida del municipio.
«Vinca il migliore e in bocca al lupo a Pisa – aveva detto proprio Danti (foto) - Per Volterra partecipare al bando significa sviluppare un piano regolatore della cultura per i prossimi anni, costruire una vera e propria strategia culturale e turistica che guardi lontano. Tornando alla candidatura di Pisa, ognuno farà il proprio percorso. Il bando non prevede collaborazione: ciascuno farà la sua corsa». E gli assi nella manica? Il progetto volterrano è ancora top secret ma basta sbirciare il bando del Mibact per capire quale aria sta tirando: ogni città dovrà infatti presentare un dossier sulla rigenerazione della propria comunità attraverso la cultura. Certo, a questa latitudine arte e cultura non mancano, anche se il duello non si combatterà direttamente fra la bellezza dell’etrusca Porta all’Arco e la Torre pendente. Ilenia Pistolesi