Volterra, 11 luglio 2017 - L'Eden potrebbe davvero assomigliare a questo lembo di terra, una piccola gola che sprofonda fra crinali giallo-oro cullata da una bolla di silenzio, fra l’esplosione di un arcobaleno di fiori. Fra le pietre di quella casetta per vacanzieri in cerca di pace con i mattoncini tutti ben ordinati. Chissà se Ismail Kammoun, l’ergastolano evaso ed inseguito in ogni angolo dello Stivale, abbia ordito i suoi piani di libertà fra le pareti di questo agriturismo a meno di tre chilometri dal colle, dove ha trascorso i primi due giorni dell’agognato permesso premio. Prima di diventare un’ombra che cammina chissà dove. Nascosta da chissà chi. I titolari della struttura (un casolare dei sogni in direzione Siena) non hanno granché voglia di parlare.
«SÌ, quest'uomo è stato nostro ospite, ha passato qui due giorni, lo abbiamo registrato. Vede, adesso dobbiamo registrare tutti online e subito. Cosa dobbiamo dire? Ha pagato, non ha dato fastidio a nessuno e poi se ne è andato. E chi se lo poteva immaginare che avrebbe combinato questo gran macello». Era solo Ismail, quando il 25 ed il 26 giugno scorsi arriva in questo angolo di paradiso terrestre a due passi da Roncolla.
L’ultimo buen ritiro di uno spirito inquieto, l’ultima certezza di dimora di un fantasma. Sì, perché le ricerche brancolano ancora in un vicolo cieco. Segnalazioni? «Nessuna per ora – è quanto ci conferma ieri il questore di Pisa Alberto Francini. Ed ogni ipotesi resta in piedi: le trame di un piano di evasione che potrebbero essere germinate da chissà quanto tempo. O il colpo di testa improvviso di un detenuto che, da quando beneficiava della semilibertà, non aveva mai sgarrato neppure mezza volta.
L’accavallarsi dei giorni potrebbe complicare la cattura di Ismail il fuggiasco. Ed in queste ore potrebbe prender piede una pista estera, una fuga verso la Francia dove le comunità islamiche (e di comunità parliamo, badate bene) sono radicate da anni.
La Questura ha praticamente escluso che l’ergastolano possa essere rimasto «stordito» dai richiami delle sirene fondamentaliste. Pur trattandosi di un musulmano appassionato, un uomo molto credente, la Questura ce lo ripete, da giorni, come un mantra: «Non è un jihadista». Insomma, l’evaso non stava per immolarsi in nome di un radicalismo spietato e violento.
Ismail era stato arrestato a Terni nel 1997. Omicidi, legami con potenti cosche della malavita organizzata, rapine, sequestro di persona. Dall’agriturismo dove alloggiava, non è da escludere, forse il suo destino non ha preso la via del mare. A Livorno, dove non ha mai comunicato l’indirizzo di domicilio momentaneo, forse non ci è neppure arrivato. Resta la certezza di quella strana voragine, dilatata in ben otto giorni, in cui Kammoun si sarebbe dovuto presentare in Questura a Livorno.