LUCA BONGIANNI
Cronaca

Vongole aliene, è allarme: “Fenomeno da monitorare, una minaccia ai nostri fiumi”

Avvistate a Ponsacco, e in questi giorni anche a Pontedera proprio sotto il ponte Napoleonico. Potrebbero essere la specie asiatica molto invasiva

Le “maxivongole” spiaggiate sono visibili anche dal ponte napoleonico

Le “maxivongole” spiaggiate sono visibili anche dal ponte napoleonico

Pontedera, 5 dicembre 2024 – Nei giorni scorsi erano state avvistate sul greto del fiume a Ponsacco, ieri mattina sono apparse anche a Pontedera, sotto al ponte Napoleonico. Sulle sponde del fiume Era spuntano le vongole giganti. In tanti sono rimasti incuriositi dall’apparizione nel fiume che attraversa la Valdera, che nasce a Volterra per immettersi nell’Arno a Pontedera. Sono tantissime e ben visibili, proprio per la loro dimensione notevolmente grande. Domenica scorsa erano state viste a Ponsacco, la pioggia di lunedì potrebbe aver trasportato i ‘vongoloni’ fino alla sua foce. Ma cosa sono e perché sono arrivate fin qui?

Con ogni probabilità – dicono gli esperti – si tratta della Sinodonta Woodiana, una specie non autoctona che arriva dall’Asia orientale, che si differenzierebbe per dimensioni dalla specie autoctona Anodonta Anatina. Marco Zuffi, zoologo del Museo di Storia Naturale dell’Università di Pisa, ci ha aiutato a capire come mai questa specie sia arrivata fin qui.

“L’origine potrebbe essere duplice – dice Zuffi – si potrebbe trattare di un trasferimento passivo delle larve tramite le branchie di quei pesci da allevamento reintrodotte dai pescatori. Oppure potrebbero essere arrivate fin qui in seguito ad un rilascio involontario da parte di quei ristoratori che fanno uso di questi animali o anche solo per un uso estetico”.

Negli ultimi anni capita spesso nei vari fiumi, laghi o rii italiani di imbattersi in questi maxi molluschi. Se la specie è autoctona, e quindi se si tratta di Anodonta Anatina, è indice di buona salute del fiume e del suo ecosistema dal momento che è capace di filtrare le acque inquinate dei corsi d’acqua. Nel secondo caso, si dovesse trattare della specie asiatica e quindi non autoctona, il suo arrivo nelle nostre acque potrebbe essere pericoloso. “Le specie aliene vanno ad occupare gli habitat naturali cibandosi di molluschi d’acqua dolce – spiega Zuffi – se fosse una specie aliena sarebbe una segnalazione triste ed antipatica e sarebbe necessario uno specifico monitoraggio. Le specie aliene non originarie del nostro territorio, che quindi possono arrivare dal bacino del Po piuttosto che dall’altra parte del mondo, diventano invasive e pericolose per l’ecosistema quando iniziano a sottrarre spazio e cibo, o ancora peggio quando trasferiscono parassiti. Per questo potrebbe essere necessario un monitoraggio da parte degli enti competenti per esaminare la specie ed il suo impatto nei nostri fiumi”.