San Miniato 19 dicembre 2016 - Nelle conclusioni di un volume importante ci sono le ragioni del futuro di una storia lunga 70 anni e che fa di San Miniato una realtà unica a livello nazionale e non solo. “Ritengo si possa fare molto per il futuro del Dramma Popolare che è rimasto unico nel suo genere, impegnato a produrre spettacoli di alta drammaturgia, su testi possibilmente inediti, capaci di affrontare temi significativi per l’uomo di oggi”. Lo scrive Marzio Gabbanini, presidente della Fondazione Ipd, alla fine di un’opera che riunisce cinque anni di passione e impegno - ma possiamo dire servizio - per quest’istituzione che sotto la sua presidenza ha vissuto un nuovo rilancio. Quasi una seconda giovinezza di un teatro che, nel lontano 1947, disse di voler andare nelle strade, nella piazze e nelle chiese per parlare al cuore degli uomini. Marzio Gabbanini, medico primario, cittadino che fin dal giovanissimo si è impegnato nelle istituzioni (assessore negli anni ‘80, poi presidente della Casa di Riposo, consigliere della Fondazione Crsm) nei suoi anni - cinque appunto e sempre in carica - alla guida del Dramma Popolare tutto questo l’ha fatto davvero: ha fatto vivere l’esperienza della drammaturgia dello spirito tutto l’anno, coinvolgendo il pubblico in molteplici esperienze di alto profilo per il livello degli eventi e dei protagonisti (basti ricordare Giancarlo Giannini o Michele Placido), ma soprattutto l’ha portata davvero nelle strade e nelle piazze. L’ha portata perfino nella fabbriche: poche settimane fa l’attore Alessandro Benvenuti si è esibito in Cuoiodepur, impianto di depurazione a servizio delle cento concerie di Ponte a Egola. Tutto questo è riunito in un libro che è parte della più grande avventura del Dramma che ha compiuto 70 anni che ora - l’autore lo dice chiaramente - deve essere oggetto di una nuova riflessione di tutte le istituzioni sanminiatesi (Comune, Fondazione Cassa di Risparmio di San Miniato, Carismi, Diocesi) che devono esprimersi, in un mondo che cambia repentinamente, su quale dovrà essere l’avvenire del Dramma. Un teatro che Gabbanini ha ancorato saldamente ai progetto dei fondatori, pur innovandolo in risposta ai tempi ed ai nuovi bisogni dell’uomo. La storia non può che ripartire da qui. E gli applausi delle oltre duecento persone accorsa a palazzo Grifoni per la presentazione - alla presenza del vescovo Andrea e dei vertici della Fondazione e della banca - lo dimostrano.
Cultura e spettacoliDramma Popolare, in un libro i successi e lo sguardo al futuro