San Miniato, 17 dicembre 2017 - La storia del Dramma Popolare di San Miniato vista da "dentro", riletta attraverso le storie degli uomini e delle donne che si sono succeduti nel consiglio di amministrazione, nella carica di presidente. Una storia vista attraverso l’entusiasmo e gli ostacoli delle prime ore e della prima epoca, nella passione dell’avvocato Gazzini, la determinazione di Dilvo Lotti, di Laura Mori, di don Ruggini, don Micheletti, l’attaccamento forte di Gianna Nativitati (moglie di Gazzini) che dopo la morte del marito continuò a restare vicina al Teatro del Cielo di San Miniato. E poi i presidenti che la Festa del Teatro l'hanno fatta grande, da Silvano Vallini che s’impegnò personalmente e più volte a garanzia economica dell’istituto, alla discesa in campo dell’onorevole Togni quando era anche ministro dei lavori pubblici, fino all’epoca moderna con Gianfanco Rossi, Stefano Petrucci e Marzio Gabbanini che per il Dramma Popolare hanno messo faccia e cuore portandolo a grandi livelli.
C’è tutto questo nel volume La storia del Dramma popolare nelle sue fasi organizzative, uscito dalla penna del sanminiatese Mario Rossi Locci che è stato presentato a Palazzo Grifoni - sede della Fondazione Crsm che sostiene in modo determinante l'istituto - per iniziativa della Fondazione Istituto del Dramma Popolare guidata da Marzo Gabbanini. Alla presentazione erano presenti, tra gli altri, il vescovo Migliavacca, il presidente Carismi Bandini, Gamucci per la Fondazione Crsm che ha ricordato come il "dramma" sia uno dei progetti stretgici dell'ente. Il libro corredato di una vasta carrellata di foto e documenti – iniziativa sostenuta in modo determinate da Lions Club e Rotary Club di San Miniato – è stato fortemente voluto dal presidente Gabbanini sotto la cui presidenza il Teatro dello Spirito è riuscito, grazie anche al lavoro di tante persone (per prima Laura Baldini che ha seguito l’organizzazione del volume e l’ha presentato) a vivere tutto l’anno. Confermando così, ancora una volta, come quella del dramma sia un straordinaria storia di teatro e di coraggio. Ci voleva coraggio, negli anni '50, a proporre un teatro capace di interrogare l'uomo sui grandi temi della vita e della morte, della bellezza della carita e sulla purezza della giustizia. E ce ne vuole ancora di più oggi.