CARLO BARONI
Economia

Salvataggio Carismi, anche doBank nella maxi operazione su tre banche

San Miniato, intanto nella sede centrale sono inziate le trattative sindacali sul fondo esuberi

Il  vertici Carismi

Il vertici Carismi

San Miniato, 18 ottobre 2017 - Sul salvataggio Carismi  proseguono tutte le tappe che sono state pianificate per mandare a buon fine il closing di fine anno quando la banca di San Miniato passerà ai francesi di Credit Agricole. Il consiglio di amministrazione di doBank ha approvato la firma di un impegno vincolante per un investimento di 30 milioni nel Fondo Atlante II gestito da Quaestio Sgr e dedicato esclusivamente ad investimenti in tranche junior e mezzanine di cartolarizzazione con sottostante crediti deteriorati, in linea con la strategia di co-investimento di doBank. L’investimento resta condizionato al completamento dell’operazione di salvataggio della Cassa di Risparmio di Rimini, Cassa di Risparmio di Cesena e Cassa di Risparmio di San Miniato oltre che alla sottoscrizione della documentazione contrattuale definitiva. Intanto sono in pieno svolgimento le trattative sindacali, cominciate oggi e che proseguiranno anche venerdì. I nodi da affrontare sono più di uno, non ci sono solo i 147 esuberi previsti dal piano e sui quali dovranno essere decise modalità e tempistiche con cui i lavoratori nei prossimi mesi o anni saranno accompagnati alla pensione tra scivoli e ammortizzatori: «da verificare – dice Claudio Fiaschi (Fisac Cgil) – anche l’adesione volonaria che ci sarà al fondo esuberi.

E’ stata presentata una bozza d’accordo ma il ragionamento è smepre in corso». Rimandato invece il confronto tra questioni organizzative strategiche e che hanno un pilastro nelle scelte che CariParma farà per riorganizzare e rilanciare sul territorio la banca. Che sia Carismi o no – cioè ancora ancora banca dalla testa ai piedi –  o solo una sequenza di sportelli guidati da una direzione d’area che mantenga però quel tratto distintivo che ha caratterizzato la storia della banca: la vicinanza alle famiglie e alle imprese del territorio che sono stati i gangli spinali della «cassa» e che i francesi, comunque, sarebbero intenzionati  – è stato più volte sottolineato a chiare lettera –  mantenere: dopo la firma del 29 settembre si è parlato del futuro indicando come modello una  banca di prossimità, quindi una banca con radici e legami saldi sul territorio.