San Miniato, 16 novembre 2017 - “Il tartufo si trova, anche se non ce n’è molto, e la qualità è davvero eccezionale”. Le aziende di commercio di tartufo di San Miniato e l’associazione tartufai delle colline sanminiatesi vogliono fare un po’ di chiarezza in merito al prezioso tubero, re della Città della Rocca che, secondo alcuni, scarseggerebbe. “Tutti i tartufi che si trovano in vendita alla Mostra provengono esclusivamente dal nostro territorio, a testimonianza del fatto che, contrariamente a quanto viene detto, si trovano, anche se in minore quantità – spiegano Luca Fontanelli (Gazzarrini Tartufi), Monica Nacci (Tartufi Nacci) e il presidente dell’associazione tartufai delle colline sanminiatesi Renato Battini -. La pioggia e il freddo di queste ultime due settimane hanno permesso di avere esemplari di maggiore grammatura, di una qualità veramente straordinaria. Per questo motivo abbiamo deciso di mantenere prezzi il più possibile accessibili, in modo che il maggior numero di persone potesse degustare questo eccezionale prodotto”. Il prezzo a San Miniato oscilla tra i 4mila e i 5mila euro al chilo. “I seimila euro al chilo che sono stati annunciati in altre zone tartufigene italiane, qui non si sono mai raggiunti – proseguono -. Ci teniamo ad offrire un prodotto di qualità, che sia nostrano e soprattutto ad essere onesti con i nostri clienti e gli appassionati che fanno visita alla Mostra, vi aspettiamo il prossimo fine settimana ai nostri stand”.
“La siccità ha limitato la quantità di tartufo, ma ne ha esaltato la qualità, tanto che possiamo dire di avere per le mani un prodotto davvero eccellente – spiegano il sindaco di San Miniato Vittorio Gabbanini e l’assessore Giacomo Gozzini -. Non abbiamo quindi paura di dire che agli stand della Mostra i tuberi in esposizione sono tutti di San Miniato e che i prezzi sono più alti della scorsa stagione, ma non così esorbitanti come in altre zone. Il nostro invito è quello di venire a visitare la Mostra il prossimo fine settimana, di degustare questo straordinario prodotto e di parlare con le aziende e i nostri tartufai per fugare ogni dubbio”.