Montopoli, 10 dicembre 2018 - La paura, lo choc e poi – come nelle favole migliori – l’eroe che salva tutti. Attimi di terrore sulla superstrada Fipili. Il tutto immortalato da un video ripreso da una «dash cam» (ovvero una telecamera montata sul parabrezza) istallata sull’auto di un passante.
I fatti. Mancano pochi minuti alle 21 di sabato quando una donna di 40 anni (residente a Cascina) percorre la grande arteria contromano alla guida della sua Panda bianca. Un viaggio del terrore che si prolunga per qualche chilometro dopo che l’automobilista si era immessa al contrario dallo svincolo di Montopoli cadendo – forse per l’errore – subito in un forte stato confusionale. Solo il rapido intervento di un 35enne, diretto a Livorno, ha scongiurato il peggio. Il giovane è stato estremamente coraggioso.
Ha subito allertato la neonata centrale operativa della polizia stradale di Firenze rimanendo in contatto telefonico con gli agenti che gli hanno fornito una serie di indicazioni preziose per agire tempestivamente.
Il livornese, così, prima ha affiancato la signora lungo lo spartitraffico poi le ha intimato di fermarsi il prima possibile. Una volta che la Panda si è bloccata, ha soccorso la donna accertandosi del suo stato di salute per poi – ancora sotto precise indicazioni degli agenti che si sono congratulati con lui – mettersi egli stesso al volante della piccola utilitaria parcheggiandola nell’area di sosta più vicina. Il tutto accadeva nella quasi totale sicurezza poiché già era stato messo in atto il piano della polizia stradale con due pattuglie – una della sezione di Pisa l’altra del distaccamento di Empoli – che rallentavano le auto in ambedue i sensi di marcia. Molte, comunque, le segnalazioni.
La professionalità degli agenti unita al coraggio del trentacinquenne livornese hanno fatto concludere la vicenda nel migliore dei modi. Alla cascinese è stata ritirata la patente come prevede il codice della strada anche se negativa all’etilometro. Questa procedura, in realtà, permetterebbe al sanzionato di poter raggiungere la propria residenza guidando l’auto ma, in questo caso, le condizioni psicofisiche della quarantenne non lo hanno permesso. La polizia stradale ha deciso – con grande gentilezza – di far condurre l’auto coinvolta da uno degli agenti in servizio fino alla residenza della sfortunata protagonista dove ad attenderla c’erano i familiari in ansia.