REDAZIONE PONTEDERA

Bellaria Cappuccini, mezzo secolo in un libro

Dall’idea di padre Aureliano al centro sportivo per calcio, rugby, basket e volley passando dal campo "Orsini" di via Toti

Cinquant’anni di sport per tutti. Al gruppo sportivo Bellaria Cappuccini il primo obiettivo da sempre è racchiuso nel motto "una maglia a tutti, una maglia per tutti". E ora, di maglie verdeblu ce ne vogliono davvero tante perché gli atleti tesserati sono 1.400 tra calcio, rugby, volley, basket. Ma ce n’è almeno sempre una pronta per l’ultimo o l’ultima che arriva. Lo spirito del Bellaria Cappuccini è sempre lo stesso del 1972 quando la società nacque dalla fusione delle società Cappuccini e Bellaria. I Cappuccini erano nati da un’idea di un frate cappuccino, appuntio, padre Aureliano che ora ha 82 anni e presta il suo servizio a Montecatini dove, nonostante l’età, ha aperto un oratorio e proprio l’altro giorno è passato da Pontedera dove ha comprato alcune porte da calcetto.

All’inizio fu corsa campestre, pattini a rotelle e tennis tavolo. poi il calcio ha preso il sopravvento con i tornei cittadini. Dal campetto dietro la chiesa dei frati, grazie all’eredità Merendoni, la società che nel frattempo si era già unita, realizzò il campo "Orsini" in via Toti. La storia più recente è al centro sportivo che cresce di anno in anno e che, come ha detto il presidente Christian Martini, ha in programma altri investimenti "per la riqualificazione dei campi da rugby e da calcio, nuovi spogliatoi e clubhouse per il rugby, impianto di illuminazione, nuova segreteria, sala riunioni, riqualificazione area ristoro e spazio destinato ai compleanni".

Un numero significativo l’ha citato il sindaco Matteo Franconi: "Prima della pandemia la stima è che alla Bellaria arrivassero circa 100mila visitatori l’anno". Ecco, questo numero, insieme a quello degli iscritti, è il sunto di cinquant’anni di attività sportiva, sociale, ricreativa. Di porte sempre aperto, a chiunque. "Una maglia alla Bellaria Cappuccini non è mai stata negata nessuno – ancora le parole del sindaco – soprattutto a quei bambini o ragazzi di famiglie in difficoltà. Non ci deve essere un babbo o una mamma che arriva a casa e deve dire al figlio o alla figlia non puoi fare più sport perché babbo o mamma hanno perso il lavoro, questo è da sempre il primo pensiero dei dirigenti del Bellaria Cappuccini. Bravi per questo traguardo e avanti così".

"Non è stato facile scegliere le foto per questo libro – ha detto Piero Vetturi, consigliere e past president che ha ripercorso la storia del Bellaria Cappuccini – Ci sarebbe voluta un’enciclopedia. Abbiamo scelto le più significative". Il libro – un punto fermo su cinqutan’anni di attività – sarà reperibile al centro sportivo di viale Europa.

gabriele nuti