Domenica ha assistito alla gara contro il Milan (Futuro), club al quale ha dedicato la maggior parte della sua vita calcistica. Dopodomani Piero Ducci, direttore generale del Pontedera, sarà ancora di fronte al suo passato. Stavolta con l’Ascoli, di cui è stato dg dall’agosto 2020 a settembre 2021.
Ducci, che ricordi ha?
"La ringrazio per avermelo chiesto, perché nei giorni scorsi un quotidiano di Ascoli mi ha posto la stessa domanda, ma poi ha estratto dalle mie parole solo ciò che gli è convenuto, non riportando il mio pensiero totale su quella esperienza, probabilmente per salvaguardare l’ambiente. Quindi ora voglio precisare che sono stato bene ad Ascoli come città, che mi rimarrà sempre nel cuore, mentre quella con l’Ascoli calcio è stata un’esperienza non positiva sul piano calcistico. Non per l’ambiente interno né per i personaggi ad esso legati, quanto per una governance non all’altezza. E i fatti nel tempo mi hanno dato ragione. Abbiamo iniziato un progetto, partito con molte difficoltà, ma che è diventato importante e ha dato i suoi frutti. Di cui l’Ascoli ha usufruito sul piano economico e sportivo. Questo patrimonio però è stato depauperato, perché le figure che si sono avvicendate nei ruoli si sono dimostrate inadeguate".
Non la meraviglia vedere l’Ascoli in fondo alla classifica di Serie C?
"No, perché il campionato di Serie C è difficilissimo, soprattutto per una squadra retrocessa dalla B che pensa di fare un sol boccone di tutte le altre. Comunque l’Ascoli non rischia di retrocedere, così come non rischiano Spal e Milan Futuro, anch’esse sotto di noi in classifica, perché hanno tutte budget diversi da quello del Pontedera, che comunque cercherà di fare il suo campionato".
Domenica che ambiente troveranno i granata?
"Sarà una vera bolgia. Per fare punti servirà lottare con il coltello tra i denti, come dei marines al fronte. Ma dovremo essere così ogni partita, sino alla fine. Il percorso per ottenere una salvezza tranquilla è lungo, ma abbiamo un gruppo di livello che deve ancora prendere consapevolezza della propria forza, ed un allenatore di grandi capacità, fondamentale per queste imprese. Questo mi rende più tranquillo".
Anche Menichini è un ex Ascoli.
"Sì, abbiamo avuto storie parallele, seppur differenti. Lui però ha avuto un legame penso unico con Mazzone, nell’era Rozzi. Che sarà sempre l’unico e vero presidente dell’Ascoli".
Stefano Lemmi
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