STEFANO LEMMI
Sport

Granata, il ko c’è tutto. Lo dicono anche i numeri

Pontedera, l’analisi della sconfitta allo stadio Mannucci contro il Carpi. Condannato dalla scarsa pericolosità nonostante una gara equilibrata.

Il Pontedera contro il Carpi allo stadio Mannucci

Il Pontedera contro il Carpi allo stadio Mannucci

Anche i numeri, dopo le prime impressioni avute a caldo, confermano che quella col Carpi è stata una sconfitta meritata. Il motivo principale a supporto di tale affermazione sta nel fatto che il Pontedera sabato pomeriggio ha prodotto assai poco a livello offensivo. I granata nel primo tempo hanno calciato due sole volte in porta, entrambe con il centrocampista Guidi, e nessuna nella seconda frazione, che quindi complessivamente è stata meno propositiva della prima, nella quale sono mancate soprattutto le conclusioni dei vari Italeng, Vitali e Scaccabarozzi, cioè degli attaccanti. E questo della scarsa pericolosità è l’aspetto nel quale si riassume la 7a sconfitta casalinga, arrivata al termine di una gara comunque complessivamente equilibrata nella quale però il Carpi ha legittimato il 2-0 in suo favore con un secondo tempo nel quale ha prodotto invece più del primo. Ossia due tiri in porta (di cui uno il gol del raddoppio) e cinque fuori, fra cui un palo (quello di Sall già sullo 0-2) oltre a due tiri bloccati. Nei secondi 45’ quindi il Carpi ha concluso 9 volte verso Calvani, il doppio che nel primo (cinque), contro due tiri del Pontedera, entrambi finiti fuori, di Gaddini e Lipari a tempo scaduto. Alla fine i tiri totali degli emiliani sono stati 14, dei quali 4 nello specchio, e quelli del Pontedera 9, di cui due nello specchio, tutti e due, come già detto, nel primo tempo.

Una produzione offensiva sterile che si traduce in un xG (expected Goals) e in un Ipo (indice di pericolosità) inferiori a confronto di quelli degli ospiti, che sono stati rispettivamente di 0,686 contro 1,521 (xG) e di 31 contro 46 (Ipo), dati che per il Carpi sono cresciuti nel secondo tempo, trovando maggiore efficacia, mentre per i granata hanno fotografato la prova deludente dell’intera fase offensiva. Per il resto, gli uomini di Serpini hanno prevalso nel possesso palla, 54% contro 46%, nei duelli aerei vinti, 37 contro 29, negli assist, 11 contro 8, e nei passaggi chiave, 28 contro 23, ma quelli di Menichini si sono imposti nelle palle laterali, 18 contro 5, nei dribbling, 14 contro 10, nelle palle recuperate, 26 contro 24, con la relativa altezza (in metri di campo), 41 contro 33, e nei duelli vinti 88 contro 86. Dati che, come detto, danno la sensazione di una gara globalmente equilibrata, ma che giusto per questo aumentano il rammarico in casa Pontedera di esserne usciti a mani vuote. Era nelle corde di Perretta e compagni poterla chiudere con un risultato positivo, e il fatto di non essere riusciti a far paura ad un Carpi che era la squadra tra le 20 del girone ad aver subito più tiri, rende quello di sabato un incontro da dimenticare al più presto e aumenta la voglia di un (comunque difficile) riscatto a Sassari.

Stefano Lemmi

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