
Il Pontedera reduce dalla vittoria a Campobasso ora si prepara per sfidare in casa il Carpi (foto Bongianni/Germogli)
Tanto possesso ma poca incisività da parte dei padroni di casa, contro una miglior capitalizzazione dei momenti nei quali la palla è stata tra i piedi dei suoi giocatori da parte del Pontedera. Così, in sintesi, si può spiegare il 2-0 con il quale i granata domenica sono usciti a braccia levate da Campobasso. Nella lettura dei dati di gara, infatti, la prima cosa che balza agli occhi è la netta superiorità palesata dai molisani nel possesso di palla, che è stato del 61% del tempo di gara effettivo contro il 39% degli uomini di Menichini. Precisato che solitamente tra due squadre che si possono equivalere come forza il pallone lo gioca maggiormente chi si trova in svantaggio (e il Campobasso lo è stato già dopo mezzora di gioco) è guardando gli altri dati che emerge la giustificazione del successo dei granata. Che se come numero di tiri totali sono stati inferiori agli avversari, 10 contro 14, nelle conclusioni dentro lo specchio li battono 7 a 4, delle quali due finite in rete, contro nessuna. Così come il Pontedera è stato superiore nelle palle recuperate, 77 contro 71, e nei duelli vinti, 68 contro 58. Ma il dato più eclatante è quello relativo all’Ipo (indice di pericolosità), che è stato di 63 per la Menichini-band, contro 29 degli uomini di Prosperi. Anche se l’xG (expected Goals) è stato leggermente superiore per i locali, 1,202 contro 1,147 dei granata, alla fine la pericolosità del Pontedera è stata abbastanza lampante. Nel senso che il Campobasso ha avuto la territorialità che ci aspettavamo, soprattutto nel secondo tempo, ma se si guarda alle occasioni avute, in verità i rossoblu non hanno prodotto chissà cosa. Più che altro sono stati tiri da lontano, da fuori area, come quelli di Cerretelli, Lombardi e Pierno, mentre di conclusioni davvero pericolose ci sono state il tocco di Riccardo Forte, il palo (esterno) di Di Nardo su azione conseguente a calcio d’angolo, e, nel finale, il destro di Falco deviato da Calvani.
Si può dire quindi che la mole di lavoro non ha fruttato al Campobasso i pericoli sperati. Il Pontedera invece ha collezionato più azioni e situazioni di pericolo, segnando due volte a andandoci vicino nel primo tempo con Italeng a porta vuota e nel secondo con Gaddini (palla deviata in angolo da Francesco Forte e sulla cui azione è nata la rete del 2-0 di Corona) e Corona, che si è visto neutralizzare la conclusione ravvicinata dal portiere di casa. Quindi il Pontedera ha creato meglio e ha prodotto tante azioni da gol, legittimando così il suo quinto successo esterno stagionale, terzo consecutivo lontano dal Mannucci, dove sabato aspetta il Carpi per proseguire la scalata alla classifica.
Stefano Lemmi
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