Il Pontedera di Agostini?. Nella Primavera la risposta

Ecco come il nuovo mister del club granata ha lavorato nel Genoa. I rossoblù sono stati aggressivi nei duelli e bravi nel giocare molto tra le linee.

Il Pontedera di Agostini?. Nella Primavera la risposta

Il Pontedera di Agostini?. Nella Primavera la risposta

L’arrivo di Alessandro Agostini sulla panchina del Pontedera è stato accompagnato da una grande fiducia nonostante che il tecnico sia un neofita della Serie C. Diversi addetti ai lavori sono rimasti ben impressionati dal modo di far giocare le sue squadre e così ci siamo presi qualche minuto per studiare nei numeri di ciò che l’ex difensore del Cagliari classe 1979 è riuscito a fare con la Primavera del Genoa che ha partecipato al campionato Primavera 1, ossia il livello più alto. I numeri parlano di una stagione decisamente positiva. I rossoblù, che hanno partecipato al torneo da neopromossi (e a portarli sul livello più alto era stato lo stesso Agostini) si sono classificati al nono posto su 18 squadre (che si chiamano Milan, Inter, Juve, ecc..), con 47 punti (14 partite vinte, 5 pareggiate e 15 perse) a soli 4 punti dai play off. I 54 gol segnati hanno rappresentato il settimo miglior attacco, i 51 subiti la settima migliore difesa, meglio del Sassuolo (61) finito al quinto posto ma aggiudicatosi lo scudetto attraverso i play off, o di Cagliari (58) e Torino (64) arrivati davanti, e la differenza reti (+3) è stata la miglior sesta del girone. Scendendo più nello specifico spicca (fonte Wyscout) che Simone Calvani, portiere del Genoa primavera e già in parola per seguire il suo allenatore a Pontedera, ha subito solo due reti su contropiede, mentre la squadra si è classificata sesta per palle intercettate, prima per duelli di palla contesa (palla vagante), seconda per percentuale di duelli difensivi vinti, quinta per passaggi progressivi, seconda per numero di filtranti e quarta per tocchi in area di rigore avversaria nei 90’.

In sostanza cosa significa? Significa che il Genoa baby targato Agostini è stata una squadra che ha lavorato bene sui duelli e sulle palle intercettate, chiudendo bene le linee di passaggio nemiche. Pur agendo diversamente rispetto al Pontedera di Canzi (marcatura a zona anziché a uomo) è sempre stata aggressiva nei duelli e allo stesso tempo ha provato a giocare molto tra le linee. Ciò non significa che abbia semplicemente lanciato il pallone in avanti o che non abbia avuto accortezza nel possesso, bensì che ha saputo aprire varchi, giocare dentro il campo tra le linee e mostrare grande presenza nell’area di rigore (i 54 gol fatti lo confermano). Una squadra che ha saputo muoversi, fatta da giocatori intelligenti, bravi a gestire le varie situazioni di gioco con palla e senza palla, aggressivi e abili tecnicamente. Tutto questo nonostante che il tecnico abbia dovuto far fronte a diversi mutamenti nell’organico che lo hanno consigliato per un cambiamento tattico, iniziando la stagione col 4-2-3-1 e passando per il girone di ritorno al 3-5-2, e, in alcune circostanze, al 3-4-2-1.

Stefano Lemmi

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