A leggerlo solo con i numeri, il 2-1 di Pescara può sembrare un dominio degli abruzzesi. Tranne che nei duelli vinti (89 a 86) e nei duelli aerei vinti (28 a 27) il Pontedera infatti è stato inferiore ai suoi avversari in tutti gli altri eventi. Nei tiri totali (4 a 12), nei tiri nello specchio (1 a 4), negli assist (4 a 7), nelle palle laterali (9 a 27), nei passaggi chiave (11 a 18), nei dribbling riusciti (15 a 22) e nel possesso palla (35% contro il 65%). Ciò per quanto riguarda la fase offensiva, mentre nella fase difensiva i granata sono stati superati sulle palle recuperate (74 a 78), sulle palle recuperate nella metà campo avversaria (13 a 24) e sull’altezza, in metri di campo, delle palle recuperate (27 a 44).
Eppure, l’impressione è stata che il pareggio sarebbe stato un risultato giusto, con lo stesso Silvio Baldini, tecnico pescarese, che a fine gara ha detto che avrebbe accettato anche l’1-1. Infatti ai numeri elencati va data una interpretazione per distinguere tra realtà statistica e sensazioni visive, e capire che se i dati testimoniano una supremazia, questa non è stata schiacciante. D’altronde, se sei il Pescara primo in classifica e pur affrontando un avversario che è nelle retrovie come il Pontedera vinci all’ultima azione, vuol dire che non è stata una vittoria strameritata. I 4 tiri nello specchio della porta granata, ad esempio, sono il rigore del primo vantaggio, il calcio d’angolo che ha generato il 2-1 definitivo, la punizione da 30 metri di Merola che ha scheggiato la traversa, e la conclusione di Valzania in avvio di gara, che è stata la sola vera occasione dei padroni di casa. Una produzione offensiva che è stata superiore a quella del Pontedera, ma che non è stata...da Pescara. I granata, con il loro 4-2-3-1, hanno saputo anestetizzare gran parte delle potenzialità offensive degli attaccanti avversari, hanno retto l’urto e nel secondo tempo non hanno subito tiri veri in porta, se non quello del 2-1. In virtù di ciò si può affermare che la partita fatta dalla squadra di Leonardo Menichini è stata importante.
Anche in fase offensiva, con un xG (expected goals) di 0,822, il più alto insieme a quello contro la Torres, seconda in classifica, col nuovo tecnico in panchina (4 partite). Questo vuol dire che se anche contro il Pescara crei così tanto (nonostante l’assenza di Italeng), il successo della capolista, raccolto all’ultimo secondo su un palla in mischia, non è così meritato come dicono i numeri. Ed è, forse, una punizione eccessiva per il Pontedera, sconfitto in maniera dignitosa. Sono tutte considerazioni che devono servire a superare l’amarezza per il settimo ko in 12 partite e presentarsi belli carichi domani al Mannucci per riscattarsi contro il Milan Futuro.
Stefano Lemmi
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